Con State of the Net, Trieste capitale digitale
Il film "Il Gattopardo", tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, resta un'icona di sicilianità. La mostra "C'era una volta in Sicilia. I 50 anni del Gattopardo" presentata ieri alla 60° edizione del Taormina Film Fest a Palazzo Corvaja, è così un viaggio multimediale alla scoperta di quel film che nel 1963 divenne uno dei maggiori trionfi internazionali del cinema italiano. L'esposizione è concepita come un ideale «cine-racconto» della genesi e del processo creativo dell'opera di Luchino Visconti. In mostra, gli scatti realizzati dal fotografo di scena Giovan Battista Poletto e da Nicola Scafidi, fotoreporter dell'Ora autorizzato dal regista a scattare foto nel backstage palermitano, si accompagnano a documenti, lettere, bozzetti, costumi, mentre i monitor alle pareti trasmettono brani di interviste in gran parte inedite a più di trenta testimoni, tra cui Burt Lancaster e Claudia Cardinale. di Giovanni Tomasin wTRIESTE Dalle strategie per la sicurezza in tempi di Datagate al Deep Web, dagli effetti che la rivoluzione digitale ha sul nostro cervello al futuro dei media tradizionali in un mondo sempre più online. Ecco una frazione minima degli ingredienti dell'edizione 2014 di State of the Net, che si è chiusa ieri al Molo IV: tre giorni in cui Trieste è diventata una piccola capitale della cultura digitale, ospitando alcuni dei nomi più importanti del panorama mondiale e nazionale del mondo del Web e attirando oltre mille partecipanti. Il tutto per la prima volta soltanto in lingua inglese. «È importante per noi tenere Sotn proprio qui - spiegano gli organizzatori -. Senza la cornice triestina l'evento non sarebbe quel momento di riflessione e approfondimento che ormai è diventata». Nella giornata di venerdì l'hashtag sotn14 ha letteralmente scalato le tendenze in Italia, segno del livello di penetrazione raggiunto dalla manifestazione tra il pubblico a cui si rivolge. Decine i temi trattati: tra questi, alcuni di cui oggi sappiamo poco o nulla ma che saranno al centro della nostra attenzione domani o dopodomani. Di rilievo per il mondo dei media le considerazioni del direttore di Wired Italia Massimo Russo, secondo il quale «il Web ha cambiato il paradigma: le informazioni sono tantissime e l'attenzione dei lettori diminuisce. I media dovranno competere per quello». Un'idea alla quale i mezzi d'informazione italiani paiono ancora faticare ad adattarsi. Carola Frediani invece ha parlato del Deep Web, la parte di Internet "sommersa" perché non indicizzata dai motori di ricerca: «Normalmente si parla di Deep Web abbinandolo soltanto a traffici illegali e organizzazioni criminali - ha spiegato la relatrice - ma non è solo questo: offre spazio di dibattito per i dissidenti dei regimi in tutto il mondo». Basti pensare che gli utenti iraniani di Tor, un sistema di navigazione del Deep Web, sono passati da 7mila a 40mila nel giro di quattro anni. E che si assiste a boom analoghi in Cina, Turchia, paesi arabi. I "tre moschettieri" e ideatori di State of the Net, Sergio Maistrello, Beniamino Pagliaro e Paolo Valdermarin, hanno buone ragioni per essere soddisfatti: «È stata una bella edizione perché abbiamo fatto il passo coraggioso e consapevole della lingua - spiega Pagliaro - abbiamo voluto essere internazionali fino in fondo». La scelta è stata premiata: «Abbiamo avuto una piccola ma importante percentuale di partecipanti dall'estero, paesi come Croazia, Slovenia, Inghilterra - prosegue il giornalista -. Oltre a tutti quelli che hanno seguito i lavori in streaming: l'idea di Sotn non è un evento che si conclude in tre giorni, ma di essere uno stimolo al dibattito in Rete. Un sacco di gente ha scritto dei post, stanno già riguardando i contenuti delle presentazioni su Youtube. Tutto ciò è molto positivo». Buoni i passi in avanti nel rapporto con la città: «È oggettivamente cresciuto, siamo riusciti ad avere più attenzione da parte delle persone e delle istituzioni, che di persone son fatte. Penso alla collaborazione con Area Science Park, alla coorganizzazione da parte della Regione, che si è rivelata vitale, al ruolo del Comune, alle iniziative per i bambini - spiega Pagliaro -. Anche gli aperitivi, che pur sono una cosa piccola, iniziano a portare anche agli esercenti la sensazione che questa cosa esista. Ovviamente siamo piccolissimi rispetto a una Barcolana, però facciamo quanto possibile. Abbiamo portato in totale oltre mille persone, parte dei quali ha soggiornato negli alberghi di Trieste». Mettere in piedi un evento simile presenta delle difficoltà: «Inutile negarlo - prosegue -: avere più certezze sul fronte del budget ci consentirebbe di coinvolgere le tante imprese della regione che potrebbero essere interessate a Sotn». Alla fin fine, concludono gli organizzatori, «il nostro scopo è portare cultura digitale, se il territorio e la città riterranno che è una cosa importante siamo qui per sviluppare il discorso in futuro». ©RIPRODUZIONE RISERVATA