Grillo: «Via ai tribunali del popolo»

ROMA Dopo le europee un Tribunale popolare via web processerà giornalisti, politici e imprenditori per «giudicare le colpe e stabilire la pena per chi ha messo in ginocchio l'Italia». Lo annuncia Beppe Grillo in un video sul suo blog chiarendo che si comincerà proprio dai «pennivendoli» i giornalisti, e che a finire alla sbarra via internet saranno anche Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Mario Monti e Matteo Renzi. La giornata del leader M5S si apre però sotto un'altra stella. In una lunga intervista concessa a Marco Travaglio per "Il Fatto" Gianroberto Casaleggio annuncia che in caso di vittoria lui e Grillo potrebbero fare i ministri. Farebbe il ministro? chiede Travaglio. «Dipende dal movimento ma perché no? Dovendo scegliere opterei per l'Innovazione», dice Casaleggio. Quanto a Grillo, Casaleggio invita il vicedirettore del quotidiano a rivolgere direttamente a lui la domanda ma aggiunge: «Io lo vedrei bene ministro». Parole che rimbalzano subito su tutti i siti e in rete. Tanto da provocare una smentita ufficiale. ««Nè il sottoscrittto nè Beppe Grillo si candidano come ministri come riportato nei titolo di alcuni giornali: le persone iscritte al M5s decideranno la squadra di governo attraverso la rete quando e se verrà dato l'incarico di formare un governo al M5S», precisa Casaleggio. Travaglio ha travisato le parole di Casaleggio? Non si direbbe visto che sul sito del quotidiano c'è l'intervista. E dal Pd parte subito l'affondo. «Complimenti a Marco Travaglio che ha svelato le mire reali di Grillo e Casaleggio di fare i ministri» dicono Feredrico Gelli ed Ernesto Magorno liquidando la smentita come tardiva e imbarazzata. «Grillo e Casaleggio hanno sempre detto che non ambivano alle poltrone, invece già pensavano alla spartizione dei ministri», scrivono i due deputati Pd. «Da Vespa non sono potuto entrare con il plastico, una palese violazione della par condicio, visto che il delinquente di plastica di Arcore entra ed esce dagli studi tv per salvare le sue aziende», spiega invece Grillo mostrando il plastico del castello di Lerici. «Il castello è un simbolo, ha le sue celle, le sue segrete, un simbolo di quello che succederà se il M5S andrà al governo». Giornalisti, imprenditori e politici, «questo orrendo trio va giudicato attraverso un «processo popolare e mediatico. Sarà fatto in rete dove verrà ricostruito un castello con celle virtuali, per Berlusconi verrà riprodotta quella di Al Capone ad Alcatraz. Ci saranno liste, prove e testimoni d'accusa».