Mehmeti è tornato: «Adesso parte il progetto-Triestina»
di Ciro Esposito wTRIESTE Dopo oltre un mese di annunci finalmente il presidente Hamdi Mehmeti è tornato a Trieste. Segno questo che lo svizzero-kosovaro, dopo il saldo degli stipendi dei giocatori, non ha mollato il colpo anche se sul tappeto ci siano ancora molti nodi da sciogliere. È atterrato a Lubjana venerdì sera e ieri, come aveva detto Mbock, alle 14.30 ha incontrato in sede il tecnico Rossitto. «Con lo staff tecnico abbiamo risolto le pendenze relative a questa stagione. Rossitto ha firmato la liberatoria ma gli ho anche illustrato il nostro progetto per il futuro. Ci risentiremo tra tre giorni». Ma non state cercando uno staff nuovo? «Stiamo valutando alcune situazioni e abbiamo avviato una serie di contatti» Il tecnico potrebbe essere straniero? «Mi piacerebbe ma credo che sia più opportuno affidare la Triestina a un allenatore che conosca il territorio e l'ambiente (ci sono stati dei contatti con Pavanel e Gorgone ndr)» Ma non cercavate anche un direttore sportivo? «Abbiamo deciso di pensare prima allo staff tecnico. Per costruire è meglio partire dalla base» Avete già individuato una rosa? «Non ci sono ancora i nomi ma i contatti sono avviati. Posso solo dire che chi arriverà dovrà dedicarsi al 100% all'Unione» Entro quando si sapranno le vostre scelte? «L'idea è di definire lo staff entro il mese di maggio ed entro il 30 giugno voglio che la Triestina abbia già definito gli accordi con almeno diciotto giocatori» I ritardi nei pagamenti hanno messo in subbuglio i giocatori ma hanno anche influito negativamente sull'umore della piazza. Non potevate agire in modo più rassicurante? «Avevamo bisogno di tempo per chiarire bene alcuni problemi. Abbiamo anche commesso qualche errore di comunicazione. Adesso siamo arrivati al punto in cui possiamo cominciare a pensare al futuro della Triestina». E cioè? «Questo mese sarà importante per mettere mano allo staff e alla squadra. Il nostro obiettivo è quello di presentare al pubblico un buon spettacolo e una Triestina che giochi da protagonista». L'obiettivo è la promozione? «Come ho già ribadito più volte preferisco il low profile. Niente proclami insomma ma è evidente che in qualche anno la Triestina deve arrivare almeno in Lega Pro. Soprattutto voglio che tra qualche anno la Triestina sia un club strutturato con un settore giovanile in grado di lavorare al meglio e con una costante interazione con la prima squadra. Insomma mi piacerebbe un'Unione modello Ajax a Arsenal. Sono molto fiducioso per questo nostro progetto» Per restare al presente bisognerà risolvere le questioni ancora aperte con i giocatori di questa stagione. «Una decina di loro ha già lasciato con le relative liberatorie, gli altri saranno sentiti uno a uno» Anche con Cergol i rapporti si sono deteriorati e ci sono delle questioni aperte sul passaggio di proprietà. «Negli ultimi tempi ci siamo sentiti poco ma in questi giorni conto di vederlo. Abbiamo bisogno di avere buoni rapporti con chi lavora sul territorio». C'è anche da definire con il Comune la convenzione per l'utilizzo dello stadio. «Voglio incontrare il sindaco e auspico che ci sia da parte dell'amministrazione la disponibilità a trovare assieme la miglior soluzione. Anche perché il club è un patrimonio della città, ne rappresenta l'immagine ed è importante che i tifosi possano stare ogni domenica nella loro casa». Mehmeti, la sua assenza prolungata ha pesato non poco in queste settimane. Pensa in futuro di poter essere più presente? «Sto cercando di organizzarmi per stare più tempo a Trieste gestendo da qui una buona parte delle mie altre attività. Ma la cosa più importante è avere una struttura organizzativa che funzioni. Non nascondo però che la città mi piace molto e vorrei portarci anche la mia famiglia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA