La battaglia su Alessandra Guerra, gli insulti e le dimissioni da coordinatore azzurro

Ma Roma, con la complicità del potente ligure, sceglie di sacrificare Renzo Tondo e impone la leghista. Scoppia la rivolta azzurra. Si dimettono Ferruccio Saro e Ettore Romoli. L'epico scontro tra Roberto Antonione e Claudio Scajola si consuma nel 2003 in occasione delle regionali. Il triestino, al tempo coordinatore nazionale di Fi, non vuole Alessandra Guerra candidata. Antonione, furibondo, ricordando la frase su Marco Biagi che costò a Scajola le dimissioni dal governo, attacca: «Non si può pretendere che chi non ha saputo rispettare i morti sappia rispettare i vivi». L'allora coordinatore nazionale di Forza Italia pone l'aut aut a Scajola: «O me o lui». Berlusconi cerca di dissuaderlo, furioso per una crisi in piena campagna elettorale, ma Antonione non molla e si dimette.