Il Comune "paga" i lavori dell'ospizio con Casa Mazzoli
di Laura Blasich Per Casa Mazzoli, vuota da cinque anni e mezzo e preda di un crescente degrado, non c'è più in vista la vendita ai privati. Perlomeno non in forma diretta. Il Comune di Monfalcone pare piuttosto intenzionato a far rientrare l'immobile nella formula della gara d'appalto dei lavori di messa a norma della casa albergo di via Crociera. Anche se l'edificio fu acquistato nel corso degli anni '90 da Fincantieri con i fondi della legge di recupero di Panzano, alla cui riqualificazione i proventi della vendita avrebbero quindi dovuto essere destinati. Per l'amministrazione comunale, però, a questo punto, l'importante è riuscire a "valorizzare" l'immobile, perché alle spalle ci sono quasi sei anni di abbandono, preceduti da una serie di occupazioni abusive e da alcuni episodi criminosi, i numerosi tentativi di cessione andati a vuoto e l'arenarsi di altre soluzioni (dall'intervento dell'Ater al social housing). Il degrado dell'edificio, costruito nel 1908 e che conserva un suo rilievo dal punto di vista architettonico, rappresenta, inoltre, una spina nel fianco di una zona centrale della città, oltre a comportare comunque dei costi. Vedi quelli sostenuti per mettere in sicurezza la facciata di via Don Bosco con un ponteggio permanente. Se la strada può essere quella della permuta con una parte dei lavori di ristrutturazione della casa albergo, insomma, ben venga. La strada che l'ente locale pare intenzionato a percorrere è stata indiciata dall'assessore al Patrimonio e Finanze, Francesco Martinelli, rispondendo al "question time" presentato dall'esponente della Lega Nord, Sergio Pacor, che in occasione dell'ultima seduta del Consiglio comunale ha sottolineato il progressivo peggioramento delle condizioni dello storico edificio del centro. «Spero che Casa Mazzoli possa rientrare in un'operazione di compensazione - ha detto Martinelli - nelle opere pubbliche da realizzare, nello specifico la casa di riposo». La messa a norma della vecchia casa albergo, chiusa ormai da sei anni, può contare allo stato attuale solo su parte dei fondi necessari. Si tratta di 1,593 milioni dalla Regione, a cui si aggiunge un altro contributo annuale costante per vent'anni in conto interessi di 64.332 euro annui. Le risorse dovranno essere integrate da circa 2,7 milioni da parte del Comune e, in ogni caso, la cessione di Casa Mazzoli rischia di rappresentare nemmeno un quarto della cifra. In aula Pacor ha chiesto chiarimenti anche su due edifici chiusi e, al momento, inutilizzati, come il municipio e l'ex Inam di via Manzoni. Rispetto al municipio, Martinelli ha confermato come le procedure di assegnazione dei lavori del primo lotto siano in corso e l'affidamento dei lavori dovrebbe avvenire entro giugno. «Il secondo lotto, la cui realizzazione è già agganciata al primo da progetto e anche da gara d'appalto - ha aggiunto -, è intanto oggetto di finanziamento del bilancio di previsione di quest'anno». Rispetto l'ex Inam, l'assessore al Patrimonio ha solo confermato l'avvenuta permuta con l'impresa Borabora, legata alla Regal Villa di Enna, che sta ristrutturando l'ex Albergo operai, di cui detiene anche una porzione. L'operazione, approvata lo scorso autunno dal Consiglio comunale, ha permesso la dismissione dell'ex Inam, fatiscente, vincolato e dagli alti costi di recupero (il Comune li aveva quantificati in 2,5 milioni di euro), in cambio dell'acquisizione di 115 metri quadrati al piano terra proprio dell'ex Albergo operai, funzionali a un ampliamento del Museo della cantieristica. Sta ora però ai privati avviare il recupero dell'ex Inam. ©RIPRODUZIONE RISERVATA