Alla Cina il 2% del pacchetto Eni ed Enel
Nelle banche sono già presenti i fondi americani, nell'energia si affacciano ora i cinesi. Dopo che il fondo statunitense BlackRock ha racimolato oltre il 5% di Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mps (dove JpMorgan Chase controlla un altro 2,53%), dalle ultime comunicazioni Consob emerge una quota di poco superiore al 2% di Eni ed Enel nel portafoglio della Banca Popolare Cinese, che, a sua volta, controlla circa 1.270 miliardi di dollari di debito americano. Le quote in Eni (che ha avviato la cessione del 7% della portoghese Galp) ed Enel, ai valori di mercato, valgono quasi due miliardi di euro e rendono la Banca centrale di Pechino di fatto il secondo azionista dei due principali gruppi energetici del Paese alle spalle del Ministero dell'Economia. La Peoplès Bank of China era già presente nel capitale delle due società: a fine 2013 deteneva già circa l'1,8% del gruppo elettrico ed è possibile che abbia deciso di salire sopra il 2% proprio per uscire allo scoperto e confermare l'interesse nel colosso elettrico, come investitore istituzionale a differenza dei fondi, fra cui lo stesso BlackRock, hanno invece limato le proprie partecipazioni nel gruppo guidato da Fulvio Conti.