Le sfide energetiche e i ritardi della politica

di Pierpaolo Pitich wTRIESTE Nuove fonti energetiche, costi e ricavi dell'energia, rapporto tra mondo scientifico e politico, possibili scenari futuri. Sono stati solo alcuni dei temi sviscerati nel corso del dibattito: "Energia e Sviluppo: quale futuro per il Paese?", andato in scena nella cornice dell'Hotel Savoia come anteprima della terza edizione di TriesteNext, il salone europeo della ricerca scientifica, che aprirà i battenti nell'ultimo fine settimana di settembre. Dopo il saluto di Fabrizio Cicero Santalena, direttore marketing Aspiag e le introduzioni del sindaco Roberto Cosolini - che ha parlato di «una manifestazione che valorizza un patrimonio straordinario come quello dell'innovazione e di cui Trieste deve essere orgogliosa» -, e del rettore Maurizio Fermeglia - che si è soffermato «sulla crescita di un appuntamento in continua evoluzione e che mira ad assumere un carattere sempre più internazionale» -, il via al dibattito vero e proprio, moderato da Luca Pagni, giornalista di Repubblica. A scaldare i motori ci ha pensato Antonio Favrin, presidente del gruppo Marzotto: «In Italia sul fronte dell'energia non c'è mai stata né una politica seria né una precisa programmazione - ha affermato -. Non abbiamo mai avuto nemmeno nuove tecnologie ma solo una serie di assemblaggi: il risultato è che tra vent'anni bisognerà iniziare tutto daccapo e come sempre le industrie, in campo energetico, potranno contare solo sulle proprie forze». Sul rapporto scienza-politica si è soffermata Fedora Quattrocchi, esperta in politiche energetiche: «La questione di fondo è essenzialmente di tipo etico - ha dichiarato -. La realtà geologica del nostro Paese e delle sue materie prime, nel corso di questi anni è stata travisata. Questo perché la politica nelle scelte in campo energetico guarda solo al breve periodo, concentrata sull'acquisizione di voti: ne deriva una visione distorta della realtà che frena la produzione industriale di energia elettrica». Per Roberto Siagri, presidente e ad di Eurotech: «I progressi in campo energetico sono appena iniziati: l'esempio è quello degli Usa che sono riusciti ad abbassare i costi, ma serve una maggiore cultura energetica anche perché la popolazione mondiale è in continua crescita ed il fabbisogno energetico aumenterà di pari passo». Gli scenari futuri sono stati analizzati da Marco Cattaneo, direttore Le Scienze: «Chi pensa che i prossimi anni saranno caratterizzati dalle energie rinnovabili è fuori strada. Ci vorranno almeno sessant'anni affinché questo accada, come del resto si è verificato in passato con carbone e petrolio: le soluzioni invece vanno trovate nel mix e nell'efficienza energetica e dovranno tener conto delle componenti tecnologica, economica e ambientale». Infine per Carlo Stagnaro, Istituto Bruno Leoni: «Le liberalizzazioni hanno creato effetti positivi, come l'aumento degli investimenti e la riduzione dei costi, ma le nostre bollette sono aumentate a causa delle tasse e degli oneri». ©RIPRODUZIONE RISERVATA