Stagione nera per i poli sciistici
TRIESTE Prima le piogge eccezionali che, proprio nel periodo clou delle vacanze natalizie, hanno lavato via il manto bianco di decine di piste. Poi, tra gennaio e febbraio, le nevicate record che hanno reso impraticabili le strade d'accesso ai poli sciistici e inutilizzabili molti impianti. Questa volta le condizioni meteo hanno proprio voltato le spalle agli operatori della montagna del Friuli Venezia Giulia, costretti a fare i conti con una delle peggiori stagioni invernali degli ultimi anni. I primi dati diffusi da Turismo Fvg, aggiornati al 17 febbraio scorso, sono impietosi: le presenze di sciatori nei cinque poli sciistici sono crollate addirittura del 32% (con punte del 45% a Tarvisio e 82% a Sauris), fermandosi a quota 286.112 unità contro le 419.996 dello stesso periodo dello scorso anno. Le ragioni del tracollo, come detto, vanno individuate nelle pessime condizioni atmosferiche, che hanno imposto numerose giornate di chiusura forzata agli impianti. Da inizio stagione fino a lunedì scorso a Piancavallo sono stati solo 29 i giorni di apertura utili contro i 75 programmati, con un - 36% di sciatori presenti sulle piste. A Forni di Sopra e Tarvisio le giornate di attività sono state 49 a fronte delle 73 preventivate, mentre a Sella Nevea - interessata da precipitazioni record arrivate addirittura a 6,6 metri a quota Gilberti - gli impianti hanno funzionato per soltanto per 43 giorni. Chiusure a singhiozzo che hanno scoraggiato soprattutto gli "sciatori di prossimità", vale a dire i pendolari e gli amanti delle toccate e fughe sulle piste. Per contro, sempre secondo i dati diffusi da Turismo Fvg, sono aumentate le presenze sulle piste di gruppi organizzati e scolaresche: una nota positiva, che si riflette anche sull'acquisto degli skipass, aumentati rispettivamente del 9 e 12%. In lieve ripresa rispetto allo scorso anno anche le presenza di ospiti stranieri nelle strutture ricettive in montagna. Piccole consolazioni che, però, non bastano a compensare le perdite. «Considerate le situazioni meteo che la montagna ha affrontato, anche in questi ultimissimi giorni, riscontriamo una situazione difficile per il nostro turismo della neve - commenta il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello -. I primi bilanci Promotur segnalano aspetti certamente negativi, soprattutto a Piancavallo, che ha subito delle vere "emergenze" atmosferiche, e nel Tarvisiano, dove forse più acuta è stata l'assenza degli sciatori del weekend, dei possessori di seconde case, di quell'utenza slovena e carinziana che giornalmente, anche durante la settimana, ama sciare a Sella Nevea e sul Lussari». «L'impegno di Promotur nei poli sciistici è stato comunque massimo - aggiunge Bolzonello -. E grande è anche l'impegno della Regione, che ha deciso di sostenere costi indubbiamente superiori al previsto nella convinzione che, senza il turismo invernale, la nostra montagna sarebbe ancora di più in difficoltà». C'è però che invoca un cambio di rotta, come il capogruppo Ncd Alessandro Colautti. «Per non vivere solo di turismo fuoriporta legato ai week end - afferma - bisogna puntare sulla ricezione alberghiera legata maggiormente al wellness, capace così di offrire pacchetti più completi. Anche per questo ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto Pramollo».