Köcher: «Ora raccogliamo i frutti del lavoro fatto sulla qualità»

di Furio Baldassi wTRIESTE Dire che sia allenato è anche riduttivo. Helmut Köcher ha creato nel 1992 il Merano festival dei vini partendo da un piccolo gruppo di produttori che adesso è già salito a quaranta, e non accenna a ridursi. Un piccolo arcipelago di eccellenza, quasi un club esclusivo e mirato al meglio che la produzione ha da offrire. «Nel '92 - racconta - si iniziava a parlare di caratteristiche, si cominciava a capire che il vino era il vino e il vitigno il vitigno,si lavorava sulla qualità. E i risultati li raccogliamo adesso...». Sarà lui, l'anima del "Full Moon Party" che Rossana Bettini e Francesco Razzetti, con la loro "White Sheep", marchio esportato quest'anno a Portorose, dopo le esperienze passate a Grado, proporranno stasera, avvalendosi anche di altri mostri sacri come Edoardo Raspelli, giornalista e critico enogastronomico, uno che fa impallidire i ristoratori quando si palesa. «Noi lavoriamo sempre sul territorio, - conferma Rossana Bettini - nell'ottica di un'offerta che ormai è allargata. Per questo proponiamo indifferentemente il prosciutto istriano che magari incontra quello del Carso... Ci muoviamo per sapere cosa c'è di nuovo e cosa si può eventualmente comprare». "Full Moon Party", detto per inciso, è ormai un brand di spessore, che trova consensi e sponsor in proporzione diretta. Quest'anno, novità assoluta, avrà la regione della Georgia come ospite, il che sembra già una garanzia. Tra le "firme" presenti vanno segnalate le degustazioni di vini selezionati di Movia, Marjan Simcic, Rodaro Paolo, Cotar, Istenic Vinakoper, Venezia e Venezia, Villa Russiz, Livio Felluga, Livon, Specogna, Skupla, Castelvecchio, Castellargo, Castello di Spessa Collio e isonzo, Colutta, Eugenio Collavini, Di Lenardo, Le Vigne di Amo, Luisa, Vigna Pétrusse, Tenuta S. Anna Tenuta Tomasello e molti altri. Tra i cocktails & gli American Bar prende quota, come di consueto, la Nonino, mentre tra gli accessori per il vino si farà luce la triestinissima Italesse. Ancora: l'offerta di occhiali sarà riservata all'italiana Indipendente, l'offerta di profumo e la fragranza farà capo all'essenza di Giorgio De Ros. E non è finita: l'apice di delizie culinarie sarà fornita da chef Jeunes Restaurateurs d'Europe: Ana Ros (Free House) , Uros Fakuc (Ristorante Dam) e Thomas Bevcic (Ristorante rizibizi) Tomaz Kavcic; Tavernetta all'Androna della Città e Trattoria Risorta da Mugi. «Adesso - osserva Köcher - si può anche parlare della stessa concezione del vino, di cui sarà realmente presentata la creme de la creme... Io posso ripercorrere quella via dal '92 ad oggi. Non c'era quella concezione, anche se si iniziava va a parlare già allora di qualità». Köcher, a questo punto, viene fuori con la sua chiave di lettura di certi fenomeni dell'imediato passato. Dice: «Gli scandali recenti hanno aiutato il comparto, che si conferma come uno dei più qualificati tra chi mangia e beve e, anzi, negli ultimi dieci anni ha sviluppato un'immagine molto buona del territorio». E non manca di riservare alcuni giudizi su «un'immagine positiva, una tendenza che riguarda anche la cucina e che si è sviluppata negli ultimi 10 anni in maniera costante». Da osservare, su un altro livello, la varietà delle aziende presenti. «Manterremo, con grande entusiasmo - osserva la Bettini - un livello molto alto tra i vini selezionati. Sia acido o fruttato, il prodotto sarà di qualità. Un esempio: se dodici aziende di Montalcino hanno voluto partecipare, vuol dire che la gara attira e la selezione ancora di più». Portorose, tra l'altro, fungerà per certi versi da apripista alla futura rassegna di Merano, in programma dall'8 all'11 di novembre, dove saranno ben 1200 i vini a confronto. «Voglio chiudere gli occhi - annota Köcher - tastare il prodotto e vedere il territorio di provenienza dei prodotti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA