Fitch declassa cinque banche slovene

A partire da domani nello stabilimento Fiat di Kragujevac (Serbia centrale), dove si produce la 500L, verrà introdotto un terzo turno di lavoro a causa degli accresciuti ritmi di produzione legati alla forte domanda del nuovo modello del Lingotto. Come ha detto il presidente del sindacato interno alla fabbrica Zoran Markovic, citato dalla Tanjug, il turno aggiuntivo riguarderà prima i settori carrozzeria e verniciatura e successivamente, nella seconda metà di aprile, il montaggio. Attualmente nello stabilimento Fiat di Kragujevac sono impiegati poco più di 2.400 lavoratori. di Piercarlo Fiumanò wTRIESTE A pochi giorni dalla nomina del nuovo governatore della banca centrale slovena, il giovane Bostjan Jazbec, 43 anni, già consulente del Fondo Monetario, arriva un'altra stangata sulle banche slovene. L'agenzia Fitch, una delle tre sorelle del rating (le altre sono Moody's e Standard & Poor's) ha declassato cinque istituti bancari sloveni, tra i quali anche le due banche maggiori, la Nova Ljubljanska Banka (Nlb) e la Nova Kreditna Banka (Nkb) di Maribor. Per entrambe il rating è sceso da BBB- a BB-. Jazbec ha escluso la necessità di un aiuto internazionale, sostenendo che la Slovenia è in grado di riequilibrare il suo sistema bancario da sola. Tuttavia alcune stime proprio del Fmi parlano della necessità di 1 miliardo di euro per ricapitalizzare le tre principali banche. Le stime indicano in quattro miliardi l'entità del probabile piano di ristrutturazione bancario, fra ricapitalizzazione degli istituti e la creazione della bad bank cui conferire i prestiti incagliati. Si vedrà se Jazbec riuscirà a guidare le banche slovene fuori dalle secche di una crisi finanziaria senza precedenti. La banca centrale sta compiendo uno stretto monitoraggio del sistema: gli istituti di credito sloveni siedono pericolosamente su 7 miliardi di euro di prestiti a rischio di insolvenza, pari al 20% del Pil. Fitch ha spiegato il downgrade con l'incertezza e le indecisioni riguardo al metodo di salvataggio delle banche slovene da parte dello Stato, in primis le due maggiori. La necessità di trovare una soluzione è anche legata al deterioramento dei crediti che le banche hanno elargito ad aziende che si sono mostrate non in grado di ripagare i debiti. Secondo le stime di Fitch Nlb e Nkbm devono essere ricapitalizzate per 1,6 miliardi di euro. Le altre tre banche ad essere state declassate sono Banka Celje, Gorenjska banka e Probanka. Per l'Abanka e Banka Koper che fa parte del gruppo Imi Sanpaolo (BBB) i rating rimangono inalterati. Un segnale che la principale banca italiana in Slovenia (Banka Koper, appunto) è in salute. Come hanno osservato di recente gli economisti di Nomura la Slovenia non è Cipro ma i coefficienti di rischio sono altissimi: le attività bancarie a Cipro sono pari al 710% del Pil, mentre in Slovenia sono il 145%. Ma il problema è un altro: la Slovenia ha un rapporto tra depositi e prestiti molto più elevato, pari al 153% rispetto al 105% di Cipro. L'effetto Cipro si è materializzato nel timore che in Slovenia si possa verificare una fuga di fondi dai depositi bancari. La Bance centrale ha accertato che la situazione per il momento è tranquilla: «Nessun significativo deflusso di fondi». Secondo un rapporto del Fmi la quota di prestiti "in sofferenza" delle tre più grandi banche della Slovenia è cresciuta dal 15,6 per cento nel 2011 al 20,5 per cento nel 2012. I mercati si interrogano se la Slovenia avrà bisogno dell'intervento della Trojka (Fmi, Bce, Commissione Ue) per salvare le banche. Ipotesi che il nuovo governatore Bostjan Jazbec non prende in considerazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA