"Burundanga", storia d'amore e terrorismo nel "siero della verità"
Roberto Canziani wTRIESTE Tra le leggende metropolitane che girando nel mondo, e che Internet riflette e moltiplica, quella del "burundanga" è una delle più fantasiose. Si racconta di pericolosi biglietti da visita impregnati della sostanza, con cui malfattori di ogni tipo stordirebbero ignare signore. Di stupratori pronta a versarla nel bicchiere delle loro vittime. Di polizie segrete che la userebbero per annientare la coscienza degli arrestati, piegare la loro volontà, sciogliere la lingua. È anche vero però, che un farmaco presente in un comune medicinale per il mal di pancia - la scopolamina – può, in altre dosi e altre formulazioni, avere effetti narcotici, disinibitori, predisporre al delirio e alle allucinazioni. Ed essere addirittura usato come "siero della verità". Fantasie di massa e qualche vaga nozione scientifica si mescolano nell'immagine della magica polverina, che le tradizioni sudamericane farebbero risalire al "respiro del diavolo". E spesso va a finire che piccole verità e immaginazione fantastica si confondano, così da diventare ingredienti di un'altra droga, ancor più potente e diffusa. Che si chiama teatro. A teatro infatti il misterioso "burundanga" ora approda. Il nome della sostanza è anche il titolo di una allegra commedia ideata da uno scrittore capace di cogliere al volo ciò che circola nell'aria, tra le chiacchiere delle persone, nei si-dice della gente. Conosciuto anche in Italia per il suo efficace "Il metodo" (lo ha messo in scena all'inizio di questa stagione La Contrada), il catalano Jordi Galcerán è l'autore di "Burundanga", che il Teatro Stabile Sloveno porta in scena questo fine settimana. La nuova produzione impegna gli attori della compagnia (Tjaša Hrovat, Romeo Grebenšek, Primož Forte, Vladimir Jurc) e l'attrice ospite Ania Drnovšek. La coloratissima scenografia (e anche i costumi, e la scelta delle musiche) sono di Lina Vengoechea. Le repliche proseguiranno fino al 6 aprile (con sopratitoli in italiano). «Romanticismo e terrorismo: ecco le due scintille che innescano la commedia», ci spiega Nenni Delmestre, la regista di Spalato che torna per la terza volta a lavorare allo Stabile Sloveno. «Ci vuole capacità e la distanza giusta, che è ciò che Galcerán possiede, per trattare in maniera divertente temi come quello delle organizzazioni indipendentiste che fino a qualche tempo seminavano il terrore in Spagna, minacciando attentati. E ci vuole un bel coraggio, per affiancarvi il tema dell'amore, un pizzico di gelosia, e volgere al lieto fine una situazione che tocca invece problemi a cui siamo in genere molto sensibili, come la sicurezza delle popolazioni». Il pubblico che da giovedì (anteprima, ore 20.30) e venerdì 15 (prima in abbonamento) assisterà allo spettacolo, scoprirà una vicenda in cui la curiosità di una giovane donna, che vuole essere rassicurata sulla fedeltà del fidanzato, la spinge a somministrare al malcapitato una dose da cavallo di "burundanga": il siero dovrebbe fargli confessare tutto. Ma una famosa canzone avvertiva: "la verità ti fa male, lo so". E tra le tante verità e le marachelle che il giovanotto comincerà a spiattellare ci sarà anche quella della sua appartenenza a un nucleo dell'Eta, l'organizzazione terrorista basca. Non mancheranno, da quel momento in poi, peripezie e colpi di scena. Anteprima e prima saranno arricchite dalla vernice di due mostre. Giovedì lo spettacolo sarà seguito da un art-party con la presentazione del progetto collettivo d'arte contemporanea XXII-L'assopuntoniente, mostra sul tema dell'interpretazione dei tarocchi; venerdì, alle 19.30, presentazione del progetto fotografico di Dušan Šarotar "Duše-Anime", realizzato nell'ambito della Capitale della cultura Maribor con la collaborazione del centro per la cultura ebraica della locale sinagoga. ©RIPRODUZIONE RISERVATA