Nuovo disco americano per il jazzista Magris

La cantante e attrice americana Jennifer Lopez ha denunciato il suo ex autista e addetto alla sicurezza, accusandolo di tentativo di estorsione, complotto e diffamazione. La star afferma che l'autista voleva assumere una posizione più rilevante e controllare tutto lo sfaff della sicurezza e per questo pretendeva più soldi. Quando gli sono stati negati, Hakob Manoukian, questo il suo nome, avrebbe minacciato di spifferare le informazioni private più imbarazzanti di cui è venuto a conoscenza lavorando per lei, riferendole alle autorità con il rischio persino di farla perseguire penalmente. Il prezzo del suo silenzio? Secondo quanto dichiarato dalla Lopez 2,8 milioni di dollari, ai quali Jennifer ha risposto con una richiesta di risarcimento danni ben superiore: 20 milioni. La controquerela nasce dalla richiesta presentata dall'autista contro la cantante che, stando a quanto da lui dichiarato, l'avrebbe costretto a rassegnare le dimissioni. di Gianfranco Terzoli wTRIESTE Un alieno nel mondo del be bop. Non è da tutti vedere il proprio nome nella "bibbia" italiana del jazz. Il pianista e organista triestino Roberto Magris ce l'ha fatta. Gli sarà dedicato un capitolo nel terzo volume della collana "Il jazz in Italia", che uscirà prossimamente a cura del principale storico del jazz italiano, Adriano Mazzoletti. Una bella soddisfazione per il musicista entrato a far stabilmente parte come direttore musicale della scuderia dell'etichetta JMood di Kansas City, dove dal 2010 si reca regolarmente ogni autunno a registrare un nuovo album e tenere una serie di concerti. E che ha da poco dato alle stampe il nuovo cd dal curioso titolo "Roberto Magris Space Trek/Aliens in a bebop planet", un album doppio già definito il suo capolavoro dai critici, che si rifà un po' alla musica di Sun Ra, a cavallo tra il be bop e il free jazz. Quasi contemporaneamente, sempre per la JMood è uscito negli Stati Uniti e in Giappone l'album "Roberto Magris Trio/One night in with hope and more… vol. 1" - con la bassista Elisa Pruett, che in passato ha fatto parte del trio di Kenny Barron, e il batterista Albert "Tootie" Heath, uno dei più famosi batteristi jazz moderni, avendo inciso con John Coltrane, Dexter Gordon, Herbie Hancock, Lee Morgan e Sam Reed - e che pure sta ottenendo eccellenti recensioni sulla stampa internazionale oltre che italiana (è citato sul mensile Suono). «Effettivamente – commenta Magris - la JMood Records sta promuovendo i miei lavori, sia nelle maggiori radio jazz americane che sulla prestigiosa rivista Down Beat, motivo per me di grandissima soddisfazione. Tra l'altro, il critico inglese Brian Morton (che realizza la Penguin Jazz Guide) mi ha contattato per un'intervista sulla storica rivista del jazz inglese "Jazz Journal International", che uscirà in uno dei prossimi numeri assieme ad un'eccellente recensione di "One Night In with Hope and More vol. 1". Tornando all'ultima incisione, "Roberto Magris Space Trek/Aliens in a bebop planet", rappresenta una sorta di summa del mio mondo musicale. Sta andando già molto bene. Essendo ben inserito nel mondo del jazz americano, molto diverso per fruizione e canali di comunicazione rispetto a quello europeo, ho continui riscontri su internet, dove ormai non riesco a star dietro a tutte le informazioni, programmi radiofonici e recensioni che quasi quotidianamente vengono inseriti». Magris è impegnato anche sul fronte concerti. «Il mese scorso ho partecipato per la terza volta al "Summer Jazz Festival" di Cracovia in Polonia e recentemente ho suonato con il mio quartetto "Canzoni italiane in jazz" alla rassegna estiva di Treviso e al jazz club Gajo di Lubiana». Di aneddoti legati ai tanti importanti festival a cui ha preso parte «ne ho parecchi, su tutti la volta che ho condiviso il camerino con Keith Jarreth e io e la band siamo rimasti chiusi dentro. L'unica uscita era il retropalco e ci siamo ritrovati proprio dietro a dove Jarreth si stava esibendo. Un'esperienza singolare». E alla fine di ottobre «sarò nuovamente a Kansas City per la registrazione dell'album "High Quote" con la cantante Dorcas Gates e con una small big band, per la quale ho composto sette nuovi arrangiamenti e anche ho messo in pratica la mia prima esperienza di "songwriter", musicando un testo del poeta afroamericano Alvin Stovall, "Together in love"». ©RIPRODUZIONE RISERVATA