Ater, la vendita degli alloggi è un flop

di MARTINA MILIA


TRIESTEDare maggior impulso alla vendita. E' questo il primo obiettivo che la Regione ha dato alle Ater del Friuli Venezia Giulia un obiettivo che passa attraverso una necessità: il patrimonio destinato alla vendita deve essere raddoppiato. Se oggi gli alloggi destinati al mercato e individuati dalle agenzie sono in tutto 1673 (pari a poco più del sei per cento del patrimonio in gestione), la Regione punta a raggiungere quota 10-15 per cento. Chi deve recuperare più degli altri è Trieste che ha messo nel piano vendita solamente 121 alloggi su un patrimonio di oltre 11 mila: appena l'1 per cento. «Abbiamo dato indirizzi chiari – dice l'assessore Elio De Anna -. Ora ci attendiamo che le Ater li recepiscano prontamente».
LE LINEE GUIDACon una delibera approvata a fine gennaio, la giunta ha deciso di promuovere la vendita di alloggi Ater in stato di degrado, che necessitano di interventi troppo onerosi di recupero e adeguamento alle norme vigenti, dichiarati inabitabili, con metrature inadeguate, siti in condomini di proprietà mista sfitti. E ancora, case che si trovano in comuni dove la domanda di edilizia sovvenzionata è inferiore rispetto al numero di alloggi messi a disposizione e «alloggi siti negli stabili o nei quartieri dove la propensione all'acquisto si manifesta in misura più considerevole». Attraverso il piano vendita le Ater dovrebbero reperire risorse finanziarie necessarie sia per sostenere il patrimonio di edilizia residenziale pubblica regionale esistente sia per consentire la messa a disposizione di nuove unità abitative.
I NUMERIPer avere risultati buoni, la Regione ritiene che debba essere messo in vendita almeno il 10-15% del patrimonio gestito da ciascuna Ater; una percentuale che permetterebbe di accogliere le istanze di acquisto degli alloggi arrivate, fanno sapere gli uffici, dagli inquilini. Ma i numeri non sono allineati dappertutto. Se a Udine e Pordenone la media è vicina alle attese (rispettivamente 729 appartamenti messi in vendita su un patrimonio di 6400 alloggi gestiti in proprietà a Udine e 631 su 3334 Pordenone), Trieste e Gorizia partono da numeri ben più piccoli.
TRIESTEL'agenzia giuliana, pur avendo il patrimonio immobiliare più consistente, è quella che ha messo in vendita meno alloggi. «Il perché siano così pochi andrebbe chiesto al consiglio di amministrazione precedente – commenta il neo presidente Rocco Lobianco -. Da parte nostra cercheremo di recepire l'indirizzo della Regione partendo però dal patrimonio sfitto. Quando parliamo di vendita, è bene chiarirlo, escludiamo ogni forma di svendita o speculazione. Bisogna ragionare in termini di prezzi di mercato».
LE DIFFICOLTA'Le richieste di vendita, però, sarebbero a oggi molto basse riferiscono le Ater. Il nuovo regolamento dà precedenza a inquilini e loro famigliari, ma chi vive in affitto ha poca propensione all'acquisto – basti pensare che a Trieste il canone medio è di appena 130 euro il mese -: affronta questa via solo chi teme di perdere i requisiti di reddito per vivere nella casa popolare. Le Ater, da parte loro, non è detto che abbiano vantaggi immediati nella vendita perché la norma consente a chi acquista di pagare in trent'anni e a tassi molto vantaggiosi, il che annullerebbe la possibilità delle agenzie di incamerare subito liquidità.
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