Quattro indagati per l'omicidio di Francesco

ENNA Sarebbero almeno quattro gli indagati per l'omicidio di Francesco Ferreri, il 13enne trovato cadavere domenica in una stradina di campagna di Barrafranca (Enna). Sono due adulti e due minorenni sui quali, dall'inizio delle indagini si sono concentrati i maggiori sospetti. La quinta persona coinvolta sarebbe una donna. Certo è che i due adulti sono i padrini di cresima dei due fratelli, di 14 e 16 anni, amici di Francesco, ai quali sono state sequestrate due auto dove ci sarebbero importanti indizi.
Nel mirino degli investigatori c'è il più piccolo, il 14enne: gli è stato notificato un avviso di garanzia poiché la sua posizione appare la più compromettente. Per gli inquirenti il ragazzino, che frequentava con Francesco il doposcuola, ha vessato e minacciato più volte l'amico rendendogli la vita un inferno: molestie sessuali e aggressioni quasi quotidiane. Così Francesco ne parlò con i familiari: confessioni che avrebbero indotto il 14enne e il fratello a intervenire e organizzare con gli adulti una trappola per punirlo. Ma la lite si sarebbe trasformata in vera tragedia. Il 14enne è figlio di genitori separati e vive col fratello 16enne e una sorellina di 8 anni a Barrafranca con la madre. Lavora come precaria nella Guardia forestale, dove presta servizio anche uno dei due padrini indiziati. La donna è stata a lungo interrogata: avrebbe confermato l'alibi dei figli sostenendo che all'ora del delitto si trovavano in casa a mangiare la pizza col padrino. Circostanza, questa, ribadita più volte dai due fratelli nei numerosi interrogatori.
Resta evidente che la madre e i due figli sotto accusa sono andati via da Barrafranca già da lunedì per paura di ritorsioni e vendette: si trovano in provincia di Catania, da parenti della donna. Tra gli elementi raccolti dai carabinieri del Ris che comproverebbero il ruolo del 14enne ci sarebbero i capelli color castano chiaro trovati tra le unghie di Francesco. Il bambino si sarebbe infatti difeso fino alla morte tentando di respingere la brutale aggressione. Sarà solo l'esame del Dna a stabilire di chi sono quei capelli.
Ma tra i reperti da esaminare ci sono anche macchie di sangue trovate in un paio di jeans e altre tracce nelle auto sequestrate. In particolare si sta cercando di arrivare alla comparazione dei segni dei pneumatici lasciati sul luogo del delitto. Dall'autopsia emergerebbe che non sia stato ucciso usando una spranga ma che i 15 colpi che gli hanno fracassato la testa siano stati sferrati usando pietre e sassi: una morte orribile quella di Francesco Ferreri. Chi l'ha ucciso, per essere certo della sua morte è addirittura sceso nel dirupo, rovesciato il corpo di Francesco con il volto verso il cielo e controllato se respirava ancora. Il movente di un delitto così atroce resta però ancora avvolto nel mistero. Sembra che la pista della pedofilia sia stata accantonata dagli inquirenti che paiono maggiormente indirizzati verso l'ipotesi della lite tra ragazzi degenerata in omicidio. Pare che i due fratelli non vivano una situazione famigliare tranquilla, in particolare proprio il 14enne sarebbe già noto ai servizi sociali di Barrafranca per i suoi comportamenti aggressivi coi coetanei, anche a scuola. ma nessuna istituzione è intervenuta ad aiutarlo psicologicamente.
È tornato ieri a casa Daniele Di Dio, il 13enne che martedì si era allontanato da casa dopo che la madre l'aveva accompagnato a scuola, per paura di rimproveri a causa dei brutti voti.
Roberta Rizzo