Nella tomba di Petrarca c'è il cranio di una donna

SCOPERTA PADOVA È un cranio di donna risalente al 1207 quello che è stato collocato nei secoli scorsi all'interno dell'arca sepolcrale di Arquà (Padova) che raccoglie le spoglie di Francesco Petrarca. Il «giallo» sui resti mortali del poeta si arricchisce oggi, grazie all'annuncio fatto dal professor Vito Terribile Wiel Marin, l'anatomopatologo padovano che ha coordinato l'opera di riesumazione, di un nuovo elemento, fornito dall'università di Tucson, in Arizona. Un frammento di pochi grammi del cranio, inviato oltreoceano sei mesi fa ed esaminato con il metodo del radiocarbonio ha consentito agli studiosi americani di accertare che il cranio femminile ritrovato nel sepolcro deve essere fatto risalire ad un arco temporale compreso tra il 1134 e il 1280, individuando quindi nel 1207 l'anno più probabile.
Che il cranio non appartenesse al poeta morto nel 1374 era cosa nota da qualche tempo. La conferma era venuta nell'aprile scorso dai risultati delle prove del Dna eseguite sui campioni delle spoglie riesumate ad Arquà Petrarca il 18 novembre 2003, in occasione del settimo centenario della nascita dell'autore del Canzoniere.
«Il busto è sicuramente maschile - racconta il professor Terribile - e vi abbiamo trovato i segni nelle costole del famoso calcio di cavallo di cui Petrarca fu vittima; in più si tratta di una persona alta affetta, come il poeta, da una grave forma di obesità, per quanto mascherata dagli abiti sontuosi dell'epoca».
A ipotizzare che il cranio non fosse quello, marcato e dall'ossatura forte, del poeta, così come raffigurato nell'affresco della sua casa padovana, dietro al Duomo, era stata per prima l'antropologa Maria Antonia Capitanio: l'arcata sopraccigliare poco pronunciata e le ipofisi mastoideee avevano subito fatto pensare che la testa potesse appartenere ad una donna.
Per ora, dunque, l'obiettivo primario dei ricercatori di ricostruire con metodi d'avanguardia il vero volto del poeta, resta irrealizzabile. A meno di colpi di scena. «Non possiamo che pazientare e rinnovare l'appello a chiunque, in questo momento, si stia tenendo in casa il cranio di Petrarca - dice Terribile - perchè ci venga restituito, magari in forma anonima».