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il retroscenaGuglielmo Buccheri / torinoAdesso che sul tavolo c'è la sentenza, o meglio, il suo dispositivo, l'attesa si sposta sulle motivazioni alla base del verdetto della Corte federale d'appello della Figc. Come mai le altre società coinvolte, e i loro dirigenti, non sono stati toccati dalle sanzioni? Interrogativo con una sua logica se la penalizzazione inflitta alla Juventus nasce dalle plusvalenze che, per loro stessa natura, si compiono in due. E, allora, dove sarebbero gli altri partecipanti a scambi, e valutazioni di giocatori non appropriati? Per quale motivo Sampdoria, Genoa, Parma, Empoli, il vecchio Novara, il Pisa, il Pescara e la Pro Vercelli sono uscite dal procedimento sportivo senza macchia? Le motivazioni, entro dieci giorni, chiariranno la scena. Intanto viene da fare una riflessione: la stessa corte, a maggio, aveva confermato il proscioglimento di primo grado per tutti i soggetti, e club, coinvolti e, la stessa corte, seppur con prove giudicate nuove, riapre il processo e arriva alla condanna singola per qualcosa che di singolo non può avere. Così, e con la consapevolezza che definire uno scambio immateriale con contorni economici chiari sia impossibile, ecco che la penalizzazione possa essere stata inflitta per slealtà sportiva legata a quello che, i giudici di appello, potrebbero aver valutato come un sistema sul tema senza, però, attuazione. In questo caso, pena fin troppo eccessiva. Entro fine mese potremo leggere i passaggi che hanno portato la Corte a spingere la Juve dal terzo al decimo posto prima della tappa al Coni dove davanti al Collegio di garanzia si giocherà la partita del ricorso. --© RIPRODUZIONE RISERVATA