ATS IN CAMPO PER LA TUTELA DELLA SALUTE
In riferimento al commento dell'ingegner Paolo Rabitti, comparso sulla Gazzetta del 18 luglio, s'invita ad una ulteriore riflessione, offrendo alla discussione anche altri spunti di seguito riportati. 1) Se abbiamo un camino che emette 100 metri cubi di fumi ogni ora (portata) che hanno una concentrazione di 1 grammo di polveri per ogni metro cubo emesso e un altro camino che emette invece 50 metri cubi di fumi ogni ora con la stessa concentrazione di polveri, significa che il secondo inquina la metà del primo. È quanto accade proprio confrontando le due Autorizzazioni integrate ambientali (Aia). Per Burgo 2014 la portata indicata è di 51.000 metri cubi /ora, mentre per Pro Gest 2017 è di 29.900 metri cubi/ora. Se la concentrazione rimane costante per entrambe le cartiere (2/3 milligrammi di polveri), la differenza in più è data dalla portata, maggiore per la Burgo. Ora che con Aia 2017 sappiamo quali saranno le emissioni, dopo il dimezzamento ottenuto, si può procedere a concludere la Valutazione d'impatto sulla salute (Vis). Direi ovvio più che misterioso come invece evoca il commento sopra richiamato.2) Le polveri proprio perché adsorbono i contaminanti di combustione più tossici sono usate come indici di esposizione cumulativa nelle Valutazioni d'impatto sanitario (Vis) per calcolare i casi di malati in più che ci si aspetta in un'eventuale condizione di aggravio ambientale e di conseguente rischio per la salute. Più si abbassano le polveri e più diminuisce il rischio. Abbondante e consolidata è la letteratura scientifica sull'argomento che si suggerisce di consultare.3) La tecnologia degli inceneritori degli anni '80 è molto diversa da quella degli anni 2000, come la letteratura e l'esperienza ci insegnano. Ma rimane comunque auspicabile che la stessa tecnologia ci consenta di riciclare tutti i rifiuti piuttosto che distruggerli o interrarli. Per la salute, l'ambiente e anche per l'economia di un pianeta che s'impoverisce sempre più di risorse naturali. Attualmente però nessuna cartiera evita di bruciare rifiuti a casa propria o di altri. La fase pilota della sperimentazione di cui ha trattato il professor Ercolini all'Università di Mantova non è purtroppo ancora conclusa e inserita in una filiera produttiva su scala industriale. Certamente ne auspichiamo e ne promuoviamo lo sviluppo. Quindi dire oggi sì alla cartiera e no all'inceneritore costituisce una contraddizione in termini. Più onesta intellettualmente sarebbe la posizione radicale che dice no ad entrambe, perché diversamente non è dato.4) Certamente più scomoda è la strada di chi, come Ats, s'impegna a tenere insieme salute, ambiente e lavoro, utilizzando tutte le compensazioni possibili nella massima trasparenza. Ats infatti, e non altri, ha denunciato che i residenti nei quartieri prossimi alla cartiera e stretti dalla rete stradale versano ancora in condizioni di salute più svantaggiate di altri, anche per effetto di una storia industriale che però ha iniziato a mutare corso. Qui s'inserisce la nostra mission. Con questo intervento consideriamo chiuso il dibattito tra Paolo Ricci e Paolo Rabitti sul tema specifico. (gdm)