Sotto esame i contratti club-tv
ROMA.Il mondo del pallone in 500 scatoloni. Bilancio del blitz che giovedi ha portato la Guardia di finanza nelle 42 sedi delle società calcistiche di A e B, negli uffici della Federazione e della Lega. Sott'accusa il cosiddetto «doping amministrativo». L'ipotesi, entrate gonfiate, falso in bilancio, abuso d'ufficio. Bilanci, contratti, scritture che regolano gli accordi commerciali e i rapporti tra i club calcistici e le tv. Si guarda anche alle società di intermediazione, in testa la Gea World che opera con le procure di oltre 200 giocatori. Nella Gea figuravano Andrea Cragnotti, arrestato per il crac Cirio, Chiara Geronzi, figlia del presidente di Capitalia iscritto sul registro degli indagati dai magistrati romani, e Francesca Tanzi, ancora in carcere a Parma. Venerdi i pm Luca Palamara e Silverio Piro, titolari del fascicolo hanno avuto un breve incontro con i colleghi che lavorano sul default del gruppo agroalimentare. Argomento, la Gea. L'aspetto relativo ai conti della Gea resta in mano al pool Cirio che ha ventilato l'ipotesi di 190 miliardi di vecchie lire transitati dalla Cirio alla Lazio. L'inchiesta sul calcio dovrà invece chiarire se si siano verificati ad esempio casi di autoriduzione dei compensi degli atleti nei documenti ufficiali, con denaro pagato in nero ai campioni. Sott'accusa anche il meccanismo delle plusvalenze. Negli ultimi giorni sono stati numerosi gli incontri tra i pm titolari del fascicolo Luca Palamara, Maria Cristina Palaia e Silverio Piro, coordinati dal procuratore reggente Ettore Torri e domani in procura si farà il punto.
«Non credo che succederanno cose irreparabili», commenta Dino Zoff, già allenatore e presidente della Lazio, che chiosa: «il calcio ha bisogno di ridimensionarsi». Per il sottosegretario con delega allo Sport Mario Pescante «il calcio ha le sue colpe, ma sta anche pagando un momento economico difficile». Poi aggiunge: «Non possiamo sempre intervenire con provvedimenti salva-qualcosa». Per il presidente della Figc, Franco Carraro, «la crisi del calcio non ha nulla a che fare con i crack Cirio o della Parmalat. Non abbiamo mai danneggiato i risparmiatori. Non è la magistratura che può risolvere in nostri problemi. Lo dobbiamo fare noi attraverso un sistema di regole».
Valentina Errante