Parmalat, 4 stranieri fra i 36 indagati del crac Uno è il cognato di Zini
PARMA. Alcuni nomi di stranieri tra i 36 iscritti nel registro degli indagati della Procura di Parma impegnata a far luce sul crac della Parmalat. Si parla di tre, quattro persone, fra queste, figura l'italo-americano Stephen White.
Cognato dell'avv. Gianpaolo Zini, nominato presidente della Boston Holdings Corporation, società registrata nel 2001 nel paradiso fiscale del Delaware, a cui furono cedute la Newlat - società acquistata da Parmalat dal gruppo Cirio - e la società lombarda Carnini, produttrice di latte. Di Stephen White aveva parlato l'ex patron della Parmalat Calisto Tanzi (foto), definendolo come «un prestanome» indicatogli dallo stesso Zini.
Il piano industriale per la Parmalat sarà presentato al ministro Marzano mercoledi o giovedi dal commissario straordinario Enrico Bondi. Marzano ha ribadito l'idea della «multinazionale snella del latte»: «Il core business va conservato e rafforzato», ha detto. «E per core business non intendiamo solo imprese italiane. Ci sono anche imprese estere che danno buoni risultati». Marzano non ha parlato direttamente nè di Parmatour, nè del Parma Calcio, ma indirettamente ha fatto nuovamente sapere di essere favorevole alla cessione delle due società. Proprio ieri è arrivata per Parmatour una prima buona notizia: la Iata, l'associazione internazionale delle compagnie aeree, che gestisce in tutto il mondo l' emissione dei biglietti, presto riaprirà le linee con le società turistiche del gruppo di Parma. E subito Parmatour potrà di nuovo emettere biglietti aerei.
An ha dato la sua ricetta per il risparmio: Fini e La Russa hanno proposto che le banche debbano acquistare almeno il 20% dei bond che mettono in vendita; chiedono che tutte le banche risarciscano i piccoli risparmiatori e non solo alcune. Fini poi invita gli imprenditori a uscire dai cda delle banche.