Senza Titolo
BERLUSCONI 1)
Il significato
di qualunquismo
Domenica 22 febbraio, trovandomi in città ed avendo sottomano la Gazzetta di Mantova, alla pagina «Lettere & Opinioni» ho trovato, come di consueto la quotidiana lettera contro il nostro presidente del Consiglio.
Premetto: non sono berlusconiano ma mi sento comunque in dovere ed in diritto di replicare a chi si permette, lasciato tacitamente fare, di offendere i cittadini tacciandoli di ignoranza letteraria e, come se non bastasse, di semi analfabetismo; ma va da sé che chi legge solo il giornale di partito può esprimersi cosi quindi rimando al firmatario l'ignoranza letteraria aggiungendo, ad onor di cronaca, che il movimento «qualunquista» nasce nel 1946 ad opera di Guglielmo Giannini (Giornalista e Commediografo) e portò nel Parlamento della Costituente Repubblica Italiana ben 36 parlamentari.
Ma bando alle disquisizioni, leggo tra le righe del Ferrari, una sorta di paura che potrebbe essere, di primo acchito inconscia, ma rileggendo il passaggio è fondata perchè si chiede se l'Ulivo grosso e l'Ulivo piccolo sapranno dare e prendere decisioni (importanti) ma vedo che si è già risposto da solo, quindi al posto del punto di domanda metta in chiare lettere: no.
P.S.: Signor Ferrari, avendo sottomano due diversi dizionari, per casa editrice, le consiglio, mi «consenta» la presunzione, di leggere a pag. 741 dell'Enciclopedia di Repubblica (Vol. 16) e della Grande Enciclopedia De Agostini pag. 116 (Vol. XVI) il significato del termine «Qualunquismo», vedrà che lo può affibbiare con giustezza anche ai suoi «santi politici».
Con tolleranza, da parte del non qualunquista
Carlo BertelloMantova
BERLUSCONI 2)
Perché si candida
alle Europee?
Sono veramente convinto che Silvio Berlusconi ormai non sia più un pericolo per la democrazia italiana, ma che sia già purtroppo una triste realtà. Non è ancora un despota (anche se «saprei farlo», ha detto egli stesso); per ora è soltanto il risultato della sua megalomania, ma sta veramente preoccupando anche i suoi alleati di governo, i quali vengono sempre più sommersi dalla sua prepotenza e dal suo narcisismo.
La presenza di Berlusconi in testa ai candidati al Parlamento europeo dimostra effettivamente che il Cavaliere se ne frega di Follini, di Fini e (forse un po' meno) di Bossi con il quale continua a trascorrere quei famosi lunedi che prima di innamorarsi di Umberto era solito dedicare alla moglie Veronica e che definiva i «lunedi dell'amore».
Sa benissimo, come lo sanno tutti, che se venisse eletto al Parlamento d'Europa non potrebbe farne parte, ma sarebbe costretto a dimettersi da capo del governo dal momento che le due cariche sono incompatibili.
E allora perchè si candida? È semplice: lui solo è la stella che, come il sole, brilla di luce propria; tutti gli altri non contano; brillano (quando brillano) di luce riflessa.
Perchè allora gli elettori dovrebbero votare per mandare al Parlamento europeo uno che sicuramente non potrà andarci? Non è forse un volgare inganno quello di chiedere un voto il cui risultato eventualmente positivo sarebbe annullato dallo stesso eletto? Chiedere poi le dimissioni di Prodi dalla presidenza U.E. perchè si è «rivelato» schierato con l'Ulivo (prima non si sapeva?) è, oltre che ipocrita, persino ridicolo.
Ma come!? Prodi ha detto che andrà ad abitare nella sua nuova casa dopo il 31 ottobre 2004, cioè al termine del suo mandato europeo e ha molto correttamente dichiarato che non si candiderà alle prossime elezioni del 12 giugno.
Malgrado queste assicurazioni, i due fedeli servi Bondi e Cicchitto (professionisti della politica definiti «ladri» dallo stesso Berlusconi) hanno il coraggio di sentenziare che la posizione di Prodi costituisce per il centro sinistra un «gigantesco conflitto di interessi».
A sentir parlare di conflitto di interessi riferendosi a Prodi invece che a Berlusconi viene francamente voglia di prenderli a calci nel...
Dante BecchiMantova
TURBOGAS 1)
Destra Secchia:
il no della Regione
Il progetto energetico regionale deliberato nella seduta di Giunta del 21 marzo 2003 esclude al punto 4.4.3, in modo esplicito, la creazione di nuove centrali.
In particolare recita: «È questo il caso, già evidenziato, dell'area del mantovano caratterizzata da una elevata produzione di energia per la presenza delle centrali di Sermide-Carbonara e Ostiglia. A ciò si aggiunge la nuova grande centrale di Mantova già autorizzata».
I Socialisti democratici italiani non ritengono accettabile che ancora una volta vengano disattese indicazioni e chiare regole già deliberate e supportate da dati tecnici. È chiaro che se anche la Regione Lombardia, che non ha mai nascosto le proprie simpatie verso grandi monopoli ed importanti gruppi industriali privati, arriva a determinare che nel mantovano (Destra Secchia) non si deve dar vita a nuovi insediamenti energetici, significa che i rischi per la salute dei cittadini questa volta e in questo caso sono sicuramente alti.
I Socialisti democratici italiani ritengono che l'uso del ricatto occupazionale in una situazione cosi delicata non sia politicamente né tanto meno moralmente accettabile, in quanto la proposta e la richiesta di ampliamento delle centrali non prevede alcuna compensazione sia ambientale che infrastrutturale per il nostro territorio già marcatamente compromesso.
Invitano, pertanto, le Amministrazioni interessate alla questione ad intervenire in forma decisa per porre in essere le opportune iniziative a tutela degli interessi dei cittadini residenti.
In alternativa al potenziamento delle centrali di Sermide-Carbonara ed Ostiglia, per far fronte al ricatto occupazionale, chiedono che la Regione Lombardia e la Provincia di Mantova si impegnino veramente con finanziamenti straordinari per realizzare infrastrutture, in particolare in campo di viabilità, che consentano di attivare le procedure di legge relative all'Obiettivo 2 finalizzate al reperimento dei capitali di investimento alternativi ed idonei a creare nuova ricchezza ed occupazione.
Direttivo Provinciale SDI e Coordinamento Destra Secchia SDI
TURBOGAS 2)
A Ostiglia un no,
a Mantova un si
Da cittadino ed elettore vorrei congratularmi con la Giunta per la decisione di bocciare l'ampliamento della centrale di Ostiglia. Vorrei ringraziarla per il senso di responsabilità dimostrato nei confronti della comunità mantovana rifiutando un aumento di potenza inutile, ed un inutile aumento di emissioni inquinanti e di gas serra in atmosfera. La tecnologia corrente, se adeguatamente applicata, consente di ridurre i consumi senza rinunciare alle comodità, quindi non riesco a vedere che bisogno ci sia di continui aumenti della potenza elettrica installata.
Fatte queste considerazioni però mi sorge spontanea una domanda: se ad Ostiglia l'aggiunta di altri due moduli da 390 MW (780 totali) era sbagliata, perchè in Comune di Mantova è stata ritenuta corretta?
Il capoluogo, Ostiglia e Sermide sono vicini, e se i venti non sono quasi mai abbastanza intensi da pulire l'aria, bastano comunque a spargere uniformemente gli inquinanti nel nostro territorio. La nostra provincia è al centro della pianura Padana, un «catino» che trattiene i fumi al suo interno, e trenta km. non bastano a fare la differenza.
Forse un atteggiamento più «verde» da parte della nostra Giunta sarebbe stato adatto anche quando è stato dato il parere favorevole per il turbogas Enipower, che, guarda caso, è proprio costituito da due moduli da 390 MW, esattamente quelli, doverosamente, negati ad Ostiglia.
Fausto FraccaliniS. Silvestro (MN)