Verso il rito immediato per gli indagati del crac

MILANO. Anche la procura di Parma pensa a un processo con rito immediato per gli indagati del crac Parmalat. La notizia appare clamorosa perché porterebbe al processo subito dopo l'estate (mentre finora si pensava ai soliti tempi lunghi). Dello stesso avviso è la procura di Milano che, per il solo reato di aggiotaggio, è pronta a sostenere il processo fin dal prossimo mese di aprile.
A Roma in Cassazione viene fissata per il 12 marzo l'udienza per discutere su Tanzi deve restare in carcere.
Intanto lo stesso Tanzi è stato ancora visitato dai medici e un altro conto è stato sequestrato. E ieri, per la prima volta dal giorno dell'arresto, è stato interrogato, per 12 ore, Giampaolo Zini, l'avvocato parmense (con ufficio e abitazione a New York) che curava gran parte degli affari Parmalat in America. Zini è l'ideatore e il fondatore del fondo Epicurum alle isole Cayman, dove secondo i bilanci Parmalat c'era depositata la liquidità del gruppo. Invece tutti sanno come è andata a finire e adesso Zini deve difendersi dall'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta e alla truffa.
Calisto contro il fratello.L'ex patron della Parmalat non ci sta a prendersi, da solo, tutta la responsabilità di quanto avvenuto e chiama in causa il fratello Giovanni (da qualche giorno agli arresti domiciliari). «Mio fratello - dice in un interrogatorio del 27 gennaio - conosceva le difficoltà finanziarie e sapeva dei finanziamenti erogati al settore turismo perché aveva la firma in banca».
La sorella Annamaria.Nell'interrogatorio Calisto afferma che anche la sorella Annamaria ricevette denaro dagli sconti Tetrapack.
Il piano industriale.Il ministro Marzano deve ancora ricevere le linee del piano industriale dal commissario Bondi, ma già qualcosa si comincia a capire. «Prima di vendere l'attività principale di Parmalat - dice - bisogna pensare a cedere Parmatour e Parma Calcio. Mi dispiace per i tifosi, ma il calcio ha poco a che fare con il latte». Per Marzano, le attività estere di Parmalat dovranno formare una piccola multinazionale. In Italia, invece, bisognerà assicurare la continuità della produzione e garantire gli attuali livelli occuapazionali. Il ministro torna a dire che nel Comitato risparmiatori ci sarà posto per le banche italiane, quelle straniere e per un rappresentante dei possessori di obbligazioni. Composizione e ruolo che il comitato avrà nei mesi futuri è di vitale importanza. Infatti i creditori potrebbero insistere per la vendita delle attività per tornare in possesso di parte dei loro investimenti. Questo, però, potrebbe mettere in crisi il ciclo produttivo. «Bisogna evitare lo spezzatino, cioè la vendita separata dei pezzi - ha detto ieri il leader Cgil, Epifani - perché in questo modo si può accontentare chi ha i crediti, ma non si dà un futuro ai lavoratori».