Dante per i ragazzi maestro attraente ma difficile da capire
L' Inferno dei ragazzi. La permanenza a scuola, verrebbe subito da pensare. O anche, meno banalmente, la costrizione a crescere prima del previsto; se non addirittura a crescere in maniera imprevista. Trattasi invece di uno spettacolo teatrale che intende ripensare la celebre opera di Dante Alighieri in chiave moderna. Di qui la domanda: in cosa risiede l'attualità di Dante? Posto ovviamente che Dante sia attuale. Lo abbiamo chiesto a chi ha tuttora necessariamente contatti con la vicenda umana e letteraria di Dante: alcuni studenti e docenti del Liceo classico e del Liceo scientifico di Mantova.
Noia e simpatia. Odio e indifferenza. Passione e incomprensione. La gamma di reazioni alla figura di Dante è stata varia e, nel complesso, non particolarmente favorevole al sommo Poeta. Quantomeno da parte degli studenti, essendo gli insegnanti schierati su posizioni opposte. Tuttavia, non si voleva certo sondare l'apprezzamento dei versi danteschi. L'intento era di verificare la sopravvivenza o meno del loro significato a distanza di sette secoli; e il quadro emerso risulta assai più complesso della semplice contrapposizione ideologica tra insegnanti e studenti.
Per le docenti interpellate sulla questione l'attualità di Dante è in un certo senso scontata, e l'immagine che ne danno è quella del prototipo del Classico moderno: un autore la cui opera racchiude un serbatoio inesauribile di suggestioni che vincono il passare delle stagioni, filtrando la realtà dei giorni nostri e rendendola più chiara. Se la Divina Commedia rappresenta un minuzioso ‘atlante delle passioni', in Dante è possibile rintracciare le orme della vicenda umana. Nelle sue pagine c'è tutto, basta saperle sfogliare: il lettore di oggi vi troverà se non le risposte alle proprie domande, almeno un'ulteriore domanda che lo sproni a proseguire la ricerca. Diverso l'inferno dei ragazzi. Già, l'Inferno. Perché com'è ovvio è alla prima cantica della Divina Commedia che corre il pensiero al solo sentir nominare Dante. Non alle abbacinanti visioni del Paradiso che mozzano la parola e sottraggono il senno, bensi alle crude e vivide immagini tratteggiate con scarsa comprensione per i supplizi durante le peregrinazioni per i gironi infernali.
il Dante delle allegorie e del contrappasso quello che i ragazzi avvertono più vicino, se non addirittura simpatico. A colpire è sopra ogni cosa la sua capacità di stimolare l'immaginazione, manifesta in maniera eclatante nell'Inferno. Man mano che la lettura prosegue, tuttavia, gli studenti concordano nel rinvenire difficoltà sempre maggiori nella comprensione dell'opera, quindi del poeta, quindi della sua attualità. Come ha limpidamente sintetizzato uno studente del classico, più il viaggio di Dante si avvicina alla sua eccelsa meta e meno la Ragione - quel Virgilio che abbandona Dante in cima al Purgatorio - riesce a comprendere. Tant'è che, come sentenzia una sua collega dello scientifico, nonostante il tema del viaggio spirituale sia affascinante non è possibile credere alla sua verosimiglianza. Il problema non risiede tanto nell'incapacità di afferrare l'ineffabile, se è vero come sottolineato dalle docenti che il viaggio di Dante lo si può leggere in termini di virtualità; e se è vero che più che in una lettura teologica, l'attualità di Dante trova conferma in una lettura laica che ne fa non solo un padre della nostra cultura, ma un vero Classico universale.
È vero che, abbandonato l'Inferno, il complesso stile dantesco e i temi affrontati allontanano le simpatie dei ragazzi, ma ciò che questi più lamentano è la necessità di dover ricorrere a una mediazione per poter avvicinare Dante. Nonostante le docenti tentino di proporre un percorso che porti a studiare Dante a partire da sé. Difficoltà nella comprensione del testo, dei riferimenti storici, delle diversità culturali. Questi i motivi principali che allontanano Dante dal lettore di oggi, al punto da spingere alcuni studenti a considerarne prematuro lo studio, proprio in quell'età in cui si stanno apprendendo gli strumenti per a pprezzarlo. Ecco perché appare distante la vicenda politica di Dante, sebbene ne venga recepito il patriottismo; superata la critica sociale, sebbene si riscontrino a tutt'oggi i grandi vizi denunciati dal poeta; poco plausibile il viaggio spirituale, in un'epoca in cui pochi possono permettersi di investire nella creazione di se stessi. In sostanza, la nostra piccola indagine ci restituisce una percezione di Dante che potremmo definire ‘schizofrenica', scissa com'è tra l'attrazione esercitata ancora oggi da temi universali e le difficoltà frapposte dalla distanza temporale ad un approccio realmente diretto e partecipe. Non può che trovare conferma la bontà di qualsiasi tentativo volto a colmare tale distacco, in modo che emerga come le nostre esperienze e quelle di Dante non sono che momenti della medesima vicenda.
Emiliano Neri