Si allarga il numero degli indagati


MILANO. Il numero degli indagati cresce di giorno in giorno. Le due grandi inchieste sui crac Cirio e Parmalat offrono scenari non immaginabili fino a pochi mesi fa: miliardi di euro volatilizzati, bilanci falsificati con l'aiuto di una fotocopiatrice. Da qualche settimana le due inchieste si sono allargate al mondo bancario. Impossibile, si chiedono i risparmiatori truffati, che gli istituti di credito fossero all'oscuro di tutto? I magistrati di Parma, di Milano, di Roma e di Monza hanno davanti un quadro complesso che proviamo a ricostruire.
Gli arrestati a Parma.Il primo a finire in carcere, il 27 dicembre, è Calisto Tanzi. Lo seguono, dopo 4 giorni, i due direttori finanziari Fausto Tonna e Luciano Del Soldato; l'avvocato Gianpaolo Zini (che curava gli interessi di Parmalat all'estero); i contabili Claudio Pessina e Gianfranco Bocchi; il responsabile di Parmalat Venezuela Giovanni Bonici e due funzionari della società di revisione dei bilanci, Maurizio Bianchi e Lorenzo Penca.
Per tutti l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, alla truffa e al falso in bilancio. In carcere, inoltre, ci sono Franco Gorreri, presidente (fino all'arresto) della Banca del Monte di Parma. La scorsa settimana sono stati arrestati Giovanni, Francesca e Stefano Tanzi, rispettivamente fratello e figli di Calisto (le accuse sono le stesse). In prigione anche Angelo Ugolotti, ex centralista a Collecchio e amministratore di una ventina di società del gruppo. Agli arresti domiciliari, per qualche giorno, anche Donatella Alinovi, moglie di Fausto Tonna (accusata di riciclaggio per aver cercato di togliere denari da un conto bloccato). A Parma è lungo anche l'elenco degli indagati. Ci sono ex manager Parmalat poi diventati banchieri in istituti locali, c'è Alberto Ferraris (altro direttore finanziario) e c'è Paola Visconti (figlia di Annamaria Tanzi, sorella di Calisto). L'inchiesta registra anche il suicidio di Alessandro Bassi, un contabile che era stato interrogato solo due giorni prima in procura.
Gli indagati a Milano.A Milano si indaga per aggiotaggio (aver fornito false comunicazioni per sostenere le azioni Parmalat in Piazza Affari). Gli indagati sono 35: tutte le persone in carcere a Parma più un gruppo di banchieri come Massimo Armanini (Deutsche Bank) e Luca Sala (Bank of America).
L'arresto di Cragnotti.Un anno e mezzo dopo il crac di Cirio, i giudici di Roma mandano in carcere Sergio Cragnotti, suo figlio Andrea e suo genero Filippo Fucile (marito di Elisabetta Cragnotti). L'accusa è di bancarotta e truffa. L'inchiesta si allarga alle banche che hanno finanziato Cragnotti. Con l'accusa di bancarotta preferenziale sono indagati Cesare Geronzi (Capitalia), Rainer Masera e Luigi Maranzana (San Paolo-Imi), Giovanni Benvenuto e Gianpiero Fiorani (Popolare di Lodi).
Inchiesta sul riciclaggio.A Milano sul caso Cirio si indaga per riciclaggio. Per l'accusa, con i soldi distratti dalla Cirio, lo stesso Cragnotti avrebbe cercato di ricomprarsi la società mandando un emissario a trattare con il tribunale di Roma. Con Cragnotti sono indagati gli imprenditori Carlo Ronchi e Mario Garnero (di nazionalità brasiliana) e il dirigente di Paribas, Marco Lippi. A questi si sono aggiunti gli avvocati d'affari Roberto Gerosa e Paolo Sciumè, quest'ultimo consigliere d'aministrazione della Scala, di Mediolanum, di società del gruppo Eni e Bnl ed ex consigliere di Parmalat.
La truffa.Dopo aver ricevuto le denunce di molti possessori di obbligazioni Cirio, la procura di Monza ha aperto (e già chiuso) un'inchiesta per truffa. Gli indagati sono 25 e sono tutti manager di alto livello delle banche che hanno venduto i bond. Le banche sotto accusa sono: Abaxbank, Banca Akros, Ubm, Mediobanca, Caboto e Comit (Gruppo Intesa), Banca Profilo, Cofiri, Iccrea, Rasfin, Banca Intermobiliare, Banca di Roma, Bipop, Antonveneta, Popolare di Novara e San Paolo-Imi.

Gigi Furini