Pensioni, dietrofront sul salto da 35 a 40 anni

ROMA.Il Governo stringe i tempi sulle modifiche alla delega di riforma del sistema previdenziale. Il ministero del Tesoro, dopo il ministro del Welfare, apre sulla possibilità di modificare il meccanismo di accesso alla pensione di anzianità a partire dal 2008 (il cosiddetto scalone), ma ribadisce che le eventuali ipotesi alternative devono comunque mantenere i risparmi di spesa previsti dalla delega (lo 0,7% del Pil). La decisione su come modificare la riforma torna nelle mani del governo che verificherà, sulla base dei conti della Ragioneria, ipotesi alternative al passaggio diretto nel 2008 da 35 a 40 per gli anni di contributi necessari alla pensione di anzianità. Ieri a palazzo Chigi si è tenuto un vertice tra il vicepremier Fini e i ministri del Tesoro e del Welfare, Tremonti e Maroni al quale ha partecipato anche il ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli. Nella riunione si è esaminata la possibilità di sostituire lo scalone con un sistema di quote (una somma tra l'età anagrafica e i contributi) di cui più volte si è parlato, porterebbe un risparmio di pil dello 0,35%. Se invece si tenesse ferma l'uscita con 35 anni di contributi, l'età minima per il ritiro dovrebbe essere di almeno 62-63 anni.