E sulla grazia a Sofri scoppia la gazzarra La Russa insulta Taormina e poi: dimettiti

ROMA.Verifica continua colpisce ancora. Una settimana fa sulla Gasparri, con il voto segreto, ieri sulla Boato, la legge per la concessione della grazia, con un attacco palese, rumoroso, di An a Carlo Taormina (Forza Italia). Alla fine stessa soluzione: ritorno in commissione, discussione aggiornata ad oggi.
«Parere negativo su questi emendamenti», dice Carlo Taormina. «Dimettiti, è una vergogna, Taormina dimettiti». Urla dai banchi di An. Il più scatenato è il coordinatore di Alleanza Nazionale, Ignazio La Russa (nella foto).
«Onorevoli colleghi, per favore fate terminare il relatore. Onorevole La Russa, basta!», il presidente Pier Ferdinando Casini si sbraccia, fa gesti con le mani. «Questa è una gazzarra indegna, vi invito a rispettare il relatore».
La Russa butta per aria il suo fascicolo degli emendamenti, i colleghi di partito lo imitano. Casini non regge più: «Seduta sospesa».
Tutti fuori, in Transatlantico. «Altro che verifica..., questo è molto peggio della verifica - dice La Russa - per ora questo è un problema di Taormina, ma è chiaro che se Forza Italia stesse con lui diventerebbe un contrasto di fondo». Alla ripresa dei lavori si capisce che il «contrasto di fondo» c'è.
«Nella maggioranza non si è ancora trovato un accordo sugli emendamenti», ammette Donato Bruno, presidente della commissione Affari costituzionali, e chiede la sospensione del dibattito per un nuovo passaggio in commissione. Casini accetta, aggiornamento ad oggi.
«C'era un accordo informale per l'accoglimento di due nostri emendamenti, accordo che è saltato», spiega Gianfranco Anedda, capogruppo di An alla Camera. A uno in particolare An tiene molto: «Subordina l'efficacia della grazia ad una dichiarazione esplicita di accettazione da parte dell'interessato».
Che è esattamente quello che Adriano Sofri, per cui la legge è nata, non vuole fare. Prima della sospensione definitiva offese a Dario Franceschini, Margherita, per una battuta: «Abbiamo visto l'esito della verifica». «Scemo, scemo», gli gridano con il consueto garbo dal centrodestra. (a.c.)