IL NUOVO CHE NON AVANZA
S on quattrocento, dicono, son giovani e può darsi siano anche forti: di certo, le nuove leve di Forza Italia nei giorni scorsi hanno firmato un documento politico importante. Anche se un po' spiccio e brutale, anche se un po' ingenuo: ma a quell'età cosi dev'essere, beata gioventù. Importante non tanto nello specifico della loro battaglia congressuale in provincia (nel quale non vogliamo entrare), quanto per l'aver rilanciato in modo rumoroso il tema chiave del rinnovamento della classe dirigente locale. Al grido di 'abbasso gli ex" e 'via i dinosauri da Forza Italia" hanno toccato un nervo scoperto per tutti, non certo solo per il centro destra.
In termini, ripetiamo, assoluti e non particolari hanno ragione: a chiedere che non ci si ricordi di loro solo quando ci sono da raccogliere tessere e voti; che non sia sistematicamente castrato chi esercita, direbbe Dahrendorf, la 'virtù civica della partecipazione"; a non voler essere burattini nelle mani dei soliti burattinai; a sperare che il fossato tra politica di mestiere e gente che un mestiere lo deve fare per vivere non si allarghi a dismisura, complice l'istinto di sopravvivenza di chi il potere non vuole mollarlo.
Negli anni recenti il 'nuovo che avanza" è stato uno degli slogan più equivoci e contraddittori sulla scena politica. Intanto bisognerebbe intendersi su cosa è 'nuovo", cosa è 'giovane" o 'vecchio" in questo come in tutti gli altri campi: l'anagrafe conta fino a un certo punto. E nessuno può onestamente pensare di fare a meno tout court di una risorsa come l'esperienza amministrativa di chi naviga da tempo tra responsabilità di governo o rappresentanza sociale. Non servono colpi di spugna, ma la spugna prima o poi deve assorbire acqua fresca, linfa nuova: diversamente, si inaridisce. Come la proposta, oltre che l'immagine di sé, offerta spesso da chi abbiamo scelto per interpretare e mediare le richieste di noi cittadini. All'inizio di un lungo periodo di ridefinizione degli assetti e dei programmi della politica mantovana, crediamo serva a tutti una riflessione in questo senso. Ci sono nella società mantovana più energie nuove, più idee spendibili, più esempi limpidi, più personaggi meritevoli di attenzione di quanti la politica riesca a cogliere e a valorizzare. Sono valori: che contano quanto certi cursus honorum, se non di più. Sono occasioni, possibili investimenti, rischiosi come tutti gli investimenti. Basta guardarsi intorno e avere coraggio per non rassegnarsi al 'vecchio", che vorrà avanzare sempre: con passo deciso ma lento, troppo lento per tener dietro ai nostri sogni.