Il vicedirettore lascia il Tg1


ROMA.Daniela Tagliafico si dimette «davvero» da vicedirettore del Tg1, sbugiardando chi l'aveva accusata di ordire manovre in nome dell'opposizione, e in una lettera a Clemente Mimun e al cdr conferma tutte le critiche alla gestione faziosa dell'informazione politica del primo telegiornale italiano. Ma il direttore fa orecchie da mercante e davanti alla Vigilanza prima trova il modo di rinviare la sua audizione chiedendo di parlare dopo i commissari, prassi mai seguita sin qui, poi liquida il disagio della sua redazione attribuendolo al pesante clima prelettorale.
E la situazione è sempre più pesante in Rai. 24 ore dopo aver «sfiduciato» Lucia Annunziata, che ha denunciato davanti alla stampa estera le pressioni che Silvio Berlusconi eserciterebbe sul vertice di viale Mazzini per scegliere giornalisti e programmi graditi, Marcello Veneziani, uno dei tre consiglieri di maggioranza che hanno provato a licenziare la presidente, conferma: «Non ci sono attualmente le condizioni per riprendere un rapporto di fiducia con la Annuziata». Alle parole di Veneziani seguono, immancabili, le voci di un cambio di presidenza, con tanto di toto nomine: Barbara Palombelli, Maria Latella. Malgrado le intenzioni bellicose del Cda e della maggioranza, nessuno però potrà dare il benservito alla presidente di «garanzia», nominata, neanche un anno fa, dai presidenti di Camera e Senato. La legge che ha affidato nel '93, in piena tangentopoli, alla seconda e terza carica dello Stato la nomina del cda Rai, è nata come una tantum e non prevede possibilità di revoca. Dunque se la presidente non getterà la spugna nessuno potrà cacciarla. Neanche se la maggioranza riuscisse a far approvare la legge Gasparri, impantanatasi a Montecitorio per dissensi interni al governo. Nel ddl infatti non c'è più l'articolo imposto inzialmente dall'Udc che prevedeva la scadenza anticipata di tutto il cda. Il braccio di ferro tra la presidente e il cda è dunque destinato a durare.
E proprio ai due presidenti si è appellata ieri l'assemblea dei giornalisti Rai. In un documento approvato all'unanimità l'UsigRai esprime solidarietà alla Tagliafico e denuncia «il grave stato di intimidazione e tensione che si repira nell'azienda», lanciando l'allarme in difesa della libertà di informazione «oggi minacciata da una dirigenza sempre più piegata al potere politico». L'UsigRai ricorda i casi sempre più frequenti di censura e emarginazione professionale e auspica l'intervento di Pera e Casini, alla vigilia della campagna elettorale, per ripristinare «le minime condizioni di garanzia» di una corretta informazione con una verifica testata per testata.
Rinviata a martedi prossimo l'audizione di Mimun in Vigilanza. Il direttore, sotto accusa per aver inventato il «panino», imbottendo ogni dichiarazione dell'opposizione tra le parole di un esponente della maggioranza, ha chiesto di poter parlare dopo gli interventi dei commissari. L'opposizione con Gentiloni, Falomi e Giordano ha accusato con fatti e circostanze precise, la gestione del Tg1 di faziosità. A cominciare dallo spazio concesso ai temi del carovita e dell'inflazione, argomenti principe di questo periodo: 34 minuti su 51 ore e mezza, pari all'1,1 della programmazione da ottobre a dicembre.

Maria Berlinguer