Conflitto d'interessi, gli impegni non rispettati di Silvio Berlusconi

ROMA.Al Senato l'Ulivo protesta perché la legge sul conflitto d'interessi non viene messa in calendario. L'accusa è che Berlusconi l'aveva promessa entro i primi cento giorni del suo governo. Controlliamo.
Il 30 aprile 2001 Berlusconi: se vinco, la legge ci sarà entro cento giorni. Aggiunge però:
«Pensare che io, dopo tutto quello che ho fatto per la democrazia, vada a Palazzo Chigi per profittare di una posizione di potere per i miei interessi, questa è una balla a cui non crede nessuno». (Ansa, 30 Aprile 2001, ore 19,59).
Poi assicura che è questione di giorni:
«I tre saggi a cui mi sono rivolto entro fine maggio mi daranno il frutto del loro lavoro». (Ansa, 9 Maggio 2001, ore 18,49).
Due giorni e al Tg5 conferma:
«In cento giorni farò quello che la sinistra non ha fatto in sei anni e mezzo, cioè approverò un disegno di legge che regolamenterà i rapporti tra il presidente del consiglio e il gruppo che lui avrà fondato da imprenditore». (Ansa, 11 Maggio 2001, ore 20,53).
Passa più di un mese e Berlusconi:
«Il governo sta già traducendo in ddl alcuni dei suoi adempimenti previsti per i suoi primi 100 giorni....tra questi la legge Tremonti, il conflitto d'interessi, elementi del piano delle grandi opere, una legge per la riemersione del sommerso e una anti burocrazia... arriveranno presto in Parlamento». (Ansa, 20 Giugno 2001, ore 9,51).
Maurizio Gasparri, ministro delle telecomunicazioni che ha firmato la tormentata legge sulle tv, non è da meno. Nell'aprile 2002 giura che la legge ci sarà solo dopo il conflitto d'interessi:
«Va bene la riforma, ma secondo il percorso indicato, è un problema di opportunità di percorso, ovvero dopo la legge sul conflitto d'interessi. L'avevo già detto e non cambio idea». (Ansa, 8 Aprile 2002, ore 19,50).
P.C.