«Rispetto il rifiuto dell'amputazione»
MILANO. Il diritto di non curarsi del paziente e l'etica dei medici che, come impone il giuramento di Ippocrate, devono salvare la vita, sono entrati in conflitto a causa della signora di Milano che non vuole farsi amputare il piede affetto da cancrena. La donna, di 60 anni, rischia la morte, però nessun medico, nessuno psicologo o psichiatra è riuscito a convincerla che l'intervento è necessario. Forse, come ha spiegato il vicedirettore sanitario dell'ospedale San Paolo, dove la donna era ricoverata fino a qualche giorno fa, «la paziente forse si fa curare in un'altra struttura da altri medici».
Il caso ha scatenato polemiche e reazioni ma il ministro per la Salute, Girolamo Sirchia, è intervenuto dicendo che rispetta la volontà della persona a non curarsi «ma nello stesso tempo è necessario un aiuto psicologico e supporto materiale per eventuali necessità che questa potrebbe avere. Dobbiamo rispettare le decisioni dei pazienti quando rifiutano le cure. Forse», ha detto Sirchia, quella di questa paziente è una scelta sbagliata ma se la donna è capace di intendere e volere, non c'è possibilità neanche per il trattamento sanitario obbligatorio».
Il ministro, pur ammettendo che casi di questo genere ne sono capitati anche nella sua esperienza clinica, sottolinea che tali situazioni «possono nascondere altri problemi, come la paura del futuro, ma anche questo va considerato nell'ambito della libera scelta dell'uomo che va rispettata». Gli specialisti del San Paolo si dicono sconcertati e il presidente dell'Ordine dei medici di Milano, Roberto Anzalone, esprime disagio della categoria anche perché nulla è valso a far cambiare idea alla paziente, neppure l'intervento di uno psichiatra che ha dovuto prendere atto della perfetta capacità di intendere e volere della donna. La stessa magistratura milanese si è limitata a ribadire che 'senza consenso" non si può operare, altrimenti si incorre nel reato di 'violenza privata".
I medici, dunque, hanno fatto di tutto per spiegare alla signora che rischia la morte se il piede non viene subito amputato, ma la donna, sostenuta dal marito, ha sempre rifiutato l'intervento. Per Tiziana Maiolo, assessore ai servizi sociali del Comune di Milano, ci voleva più decisione da parte dei medici.
Per il presidente della Regione, Roberto Formigoni, bisognerebbe far opera di persuasione: «Non si deve forzare la libertà di questa donna però ritengo si debba fare di tutto per convincerla a non rifiutare la vita».
Il senatore di An, Riccardo Petrizzi, lancia un'idea per salvare la signora da sicura morte: «Ci vorrebbe una persona che ha subito una grave amputazione degli arti, come lo sportivo Alex Zanardi, che racconti a questa donna la sua esperienza e le trasmetta la forza per scegliere comunque la vita, anche se con una protesi al piede. Insomma, è necessario far capire a questa paziente che si può vivere tranquillamente anche senza un arto». (r.r.)