Bottacin, direttore di teatro a 26 anni «I pregiudizi si vincono sul palco»
Marina GrassoLa sua nomina a direttore artistico del Teatro Sociale di Rovigo, poco prima dello scorso Natale, ha destato contemporaneamente grandi attese e qualche perplessità. E non poteva essere altrimenti, perché il dato evidente è che il trevigiano Edoardo Bottacin ha da poco compiuto 26 anni, mentre quello forse poco conosciuto è costituito dalle doti di professionalità e intraprendenza di cui ha già dato chiara prova. A un mese da quella designazione, il neodirettore ricorda: «Nella scelta del successore di Luigi Puxeddu partivo svantaggiato: dopo la scrematura dei curriculum sono rimasto nella rosa dei candidati tra colleghi di grande e lunga esperienza e non pensavo di poter essere scelto. Credo di aver convinto la commissione esponendo in modo convincente i miei progetti e il mio entusiasmo». una carriera cominciata al liceoNomina che ha premiato un percorso iniziato già durante il liceo, quando cominciò a organizzare concerti nella sua città e a collaborare con l'ufficio produzione del Teatro Comunale di Treviso nel quale è stato anche comparsa e corista. Che è continuato anche alla Fenice di Venezia, prima come maschera e poi come maestro collaboratore; e che nel 2018 lo ha portato a fondare Musincantus, associazione nata per una variegata proposta musicale a Treviso che dal 2019 organizza anche la stagione di musica, lirica, danza e teatro di CortinAteatro. Nel frattempo, si è diplomato in organo al Conservatorio di Venezia, si è laureato in Economia aziendale a Ca'Foscari, (ora è laureando magistrale in Economia e gestione delle arti e delle attività culturali), ha frequentato il Master in Management del Teatro alla Scala, ha collaborato alle produzioni del Teatro Donizetti di Bergamo e di Bassano Operafestival e ha lavorato nella segreteria artistica della Filarmonica Toscanini di Parma. E tutto questo, appunto, a soli 26 anni. la scuola delle assi«Ho avuto la grande fortuna di vivere in prima persona i tanti aspetti della realtà teatrale, tanto che la mia formazione è stata per l'80% sul palcoscenico e non solo studiata sui libri», precisa. «E sono sempre riuscito a lavorare in ottima armonia con artisti, partner e istituzioni, anche se spesso mi sono dovuto confrontare con idee prevenute sulla preparazione ed esperienza che posso aver acquisito alla mia età. Ma la diffidenza non mi preoccupa. Anzi, nel tempo mi ha temprato». Dopo un mese nel suo nuovo ruolo a Rovigo, Bottacin spiega: «Qui, dove lavoro con tanti miei quasi coetanei, nessuno si è formalizzato per la mia età e sono stato accolto con grande disponibilità ed energia nella bellissima atmosfera che ha saputo creare Puxeddu. Sto andando in Teatro ogni giorno, perché credo che un direttore debba essere presente, e mi confronto con tutti anche grazie al fatto che comprendo e voglio comprendere sempre più le diverse necessità di tutte le maestranze e anche del pubblico, che vado a intercettare in biglietteria per conoscerlo e capirne le aspettative». idee chiarePer le future scelte artistiche del Sociale il suo nuovo direttore ha le idee molto chiare, anche se ovviamente non le svela completamente: «Il primo obiettivo riguarderà la lirica, che è ancora l'elemento cardine della programmazione: vorrei non solo proporre una stagione con 7 titoli, aggiungendone quindi uno agli attuali, ma anche ospitare artisti di grande calibro: sto già lavorando per un'inaugurazione della prossima stagione con un paio di voci sensazionali. Il prossimo anno, inoltre, ricorrerà il centenario della morte di Giacomo Puccini e ne sto tenendo conto per la programmazione, così come vorrei ampliare la rete di collaborazioni con altri Teatri promuovere co-produzioni di opere che mancano a Rovigo da molti anni, come ad esempio tante del repertorio verdiano. Nella prossima stagione, poi, prenderà forma il progetto già avviato all'inizio del 2022, con la produzione dell'opera "Pigmalione" scritta nel 1714 da Giovanni Alberto Ristori per il Teatro Manfredini di Rovigo. Sto coinvolgendo cantanti di grande fama perché diventi uno dei momenti salienti della prossima stagione, cui saranno associate una nuova edizione critica dell'opera, un'incisione discografica e operazioni culturali che coinvolgeranno tutta la Città, inclusa l'Accademia dei Concordi che conserva il manoscritto dell'opera stessa».l'anima del musicistaMa Bottacin, che tra le tante qualifiche resta soprattutto un musicista, ha a cuore anche una stagione musicale che, di fatto, al Sociale manca: «Vorrei ripristinare una stagione sinfonica e cameristica anche coinvolgendo realtà extraterritoriali, pur continuando le collaborazioni con il Conservatorio e con tutte le realtà locali. Vorrei però offrire una programmazione significativa affinché a Rovigo arrivino anche melomani e appassionati di musica di altre aree per apprezzare proposte singolari, anche trasversali. Stiamo anche progettando una serie di appuntamenti non convenzionali con il pubblico, oltre alle classiche conferenze, proprio per cercare di coinvolgere sempre di più la città perché l'interesse del pubblico non è solo legato alle proposte o ad una buona comunicazione, ma anche all'affezione dal Teatro, riguardo la quale il Covid ha solo accelerato un processo di allontanamento che era già iniziato prima, e non solo a Rovigo». Per la prosa e la danza, invece: «Continuerà la consolidata collaborazione con Arteven, anche perché gli spettacoli sono sempre molto seguiti. Ma, soprattutto, il Sociale - che è un teatro pubblico gestito dal Comune, con tutte le limitazioni di budget ma anche le libertà del caso - sarà sempre aperto a tutte le proposte, purché siano di qualità». --© RIPRODUZIONE RISERVATA