«Dividendi dalla vendita della rete gas» Ma servono risorse per l'acquedotto

Paola Dall'Anese / bellunoLa vendita delle reti del gas frutterà 42 milioni di euro, somma che, unita agli utili ottenuti negli anni da Bim Infrastrutture potrebbe essere utilizzata in parte per ulteriori investimenti in parte distribuita ai sindaci come dividendi. Stiamo parlando di somme importanti che però potrebbero anche non arrivare nelle tasche dei primi cittadini che si trovano da qui in avanti a dover trovare le risorse necessarie per aiutare Bim Gsp a sostenere i costi dei suoi numerosi investimenti utili per sistemare la rete dell'acquedotto e i depuratori. Potrebbe spegnersi presto, quindi, l'entusiasmo che ieri pomeriggio i sindaci presenti alle assemblee delle due società Bim hanno dimostrato alla notizia di una distribuzione dei dividendi da parte di Infrastrutture. Una novità assoluta che però potrebbe essere trasformata in interventi per non lasciare i rubinetti dell'acqua a secco d'estate e d'inverno. Bim Gsp, infatti, vista la mole enorme di lavori che sta progettando, nel giro di pochi anni rischia di trovarsi con un indebitamento talmente elevato da non essere più sostenibile. Presente ieri all'assemblea di Infrastrutture anche Giovanni Piccoli che ha fatto un intervento a porte chiuse davanti ai sindaci. BIM INFRASTRUTTURESono due le notizie che arrivano dalla società che gestisce le reti del gas, quelle idroelettriche e il teleriscaldamento: l'intenzione di chiudere entro la fine del 2023 la fusione per incorporazione di Bim Gsp e la possibilità di distribuire i dividendi ai sindaci grazie alla vendita della rete metanifera per un ammontare di 42 milioni di euro. Fusione. Sulla fusione il presidente della società nonché sindaco di Quero Vas, Bruno Zanolla ha chiarito ai colleghi presenti l'intenzione di precisare un cronoprogramma per la fusione. «Entro febbraio-marzo 2023 porteremo all'approvazione dei soci la delibera sulla fusione per poi chiudere la partita entro dicembre 2023. Con questa fusione», ha ribadito Zanolla, «la società che ne uscirà sarà molto più forte, avrà una capacità finanziaria maggiore e potrà proporsi per le sfide future come le gare per aggiudicarsi le piccole concessioni idroelettriche che scadono nel 2024. Importante avere una società forte anche nei confronti delle gare per la gestione delle grandi centrali idroelettriche: su questo potremmo lavorare con la Regione per prepararci al 2029 quando scadranno le concessioni», dice Zanolla che aggiunge: «Dobbiamo farci trovare pronti e realizzare un soggetto pubblico tra territorio e Regione per ottenere l'affidamento anche di queste centrali. Serve un'unica strategia vincente cioè una società di servizi pubblici, unica e strutturata per fare investimenti a disposizione del territorio». Vendita rete del gas. La vendita della rete del gas e il passaggio a Italgas, come previsto dall'esito della gara, e la chiusura di tutta la procedura è attesa entro la metà del 2023. La rete sarà venduta per circa 42 milioni di euro con una plusvalenza di 15 milioni. Da questa vendita, secondo l'intenzione del presidente della società, si dovrebbero ricavare le risorse che, unite agli utili fatti in questi anni da Bim Infrastrutture, potrebbero andare in parte per ulteriori investimenti su idroelettrico, energie alternative, comunità energetiche e teleriscaldamento, e una parte ai sindaci come dividendi. Su questo tutti gli amministratori presenti si sono detti molto contenti: è la prima volta che si prefigurano dei dividendi con questa società. Tutti si sono detti pronti ad usare queste somme per abbattere di costi energetici dei loro comuni. La presidente del Consiglio di bacino dei rifiuti nonchè sindaco di Limana, Milena De Zanet, invece, ha proposto di utilizzare i dividendi per acquistare Dolomiti Ambiente, così da non avere un aggravio sui bilanci comunali. La questione sarà oggetto di ulteriori discussioni. BIM GSPSe il quadro esposto da Zanolla per Bim Infrastrutture sembra essere molto roseo, lo stesso non si può dire della consorella Gsp. Ieri all'assemblea dei sindaci il presidente Attilio Sommavilla nel presentare il preconsuntivo 2022 e il previsionale del triennio 2023-2025 ha lanciato un allarme ai sindaci presenti. Si tratta della insostenibilità dell'indebitamento a cui va incontro la società vista la mole di lavori che da qui in avanti dovrebbe appaltare. Lavori che non potranno reggersi con la sola tariffa, ma che avranno bisogno o di rintracciare altre risorse (Fondi comuni confinanti, Pnrr, etc) o di tagliare gran parte degli investimenti stessi. Una scelta, quest'ultima, che rischierebbe però di mettere ancora in difficoltà il territorio e soprattutto i bellunesi che dovranno fare i conti sempre più spesso con perdite, rotture di tubature, acqua non potabile. «Dobbiamo iniziare a pensare da qui ai prossimi anni a risparmiare o a trovare più risorse», ha detto Sommavilla, «perché altrimenti non riusciremo a sostenere tutti i progetti che stiamo preparando anche visto l'aumento dei costi. Se andremo in sovraindebitamento rischiamo che non ci vengano più concessi dei mutui bancari andando incontro al blocco dell'intera macchina societaria. Quindi», ha precisato Sommavilla, «se non si interviene presto la società rischia di trovarsi ancora in difficoltà finanziarie. Questo è il testimone che lascio a chi verrà dopo di me, visto che l'incarico triennale sta per scadere», ha precisato il presidente. E su questo fronte qualche amministratore pubblico ha proposto di utilizzare i dividendi di Bim Infrastrutture per aiutare Gsp. --© RIPRODUZIONE RISERVATA