"Da Palazzo Telve a Luce delle Dolomiti" l'accurato restauro raccontato in un libro
Stefabo Vietina / CORTINA«È un dono a Cortina in vista delle prossime Olimpiadi 2026 che, come quelle del 1956, porteranno la perla delle Dolomiti sulla ribalta internazionale. «Mario Moretti Polegato parla così della ristrutturazione di Palazzo Telve, oggi ribattezzato "Luce delle Dolomiti", la storica costruzione dell'architetto Edoardo Gellner posta a fianco del Palazzo delle Poste, acquistata dalla sua finanziaria Lir Capital, che detiene tutte le partecipazioni industriali del patron della Geox. Un recupero che è stato raccontato e dettagliato in un libro dal titolo "Edoardo Gellner a Cortina d'Ampezzo. Da palazzo Telve a Luce delle Dolomiti" (Silvana Editoriale, pagine 144, euro 34), curato da Eleonora De Filippis, con testi di Michele Merlo, Edi Pezzetta, Rosario Picciotto e Massimo Spampani (in italiano ed inglese), e un ampio repertorio fotografico, che verrà presentato oggi all'Alexander Girardi Hall alle ore 18.«Questa pubblicazione», spiega Moretti Polegato, «rappresenta il completamento di un percorso iniziato dieci anni fa. La storia di un'iniziativa di successo, alla quale ho partecipato in prima persona, riuscita nello scopo di tutelare il valore di un bene culturale, recuperarlo e consegnarlo a una nuova fase della sua storia».«Cortina», prosegue, «per me rappresenta i ricordi d'infanzia, del tempo trascorso insieme alla mia famiglia e agli amici. Non ho mai mancato di tornare a Cortina tutti gli anni, nonostante l'impegno della mia attività di imprenditore, il tempo dedicato alle aziende del nostro gruppo e ai rapporti istituzionali nel mondo. Da ragazzo, Palazzo Telve mi creava una certa soggezione per la sua dimensione e il suo stile, così diverso dagli altri edifici cittadini. Vi ero entrato alcune volte, con i miei genitori, per telefonare. Non avrei mai pensato di poterlo acquisire un giorno per trasformarlo in una residenza»,E invece il sogno si trasforma in realtà: «Quando ne sono diventato proprietario, ho sentito tutta la responsabilità di preservarlo, e al tempo stesso compreso l'opportunità di fare qualcosa di utile per la comunità di Cortina alla quale mi lega un grande affetto e che sempre mi ha accolto con amicizia tra la sua gente».Così Moretti Polegato valuta diverse ipotesi d'uso del fabbricato e si rende conto che la trasformazione non avrebbe dovuto privare il palazzo della sua unitarietà, avrebbe dovuto realizzare un'unica grande casa, come un tempo era stata «la casa dei telefoni».Viene invitato un gruppo ristretto di architetti per un concorso di progettazione, alla ricerca di una idea innovativa per dare aria e luce agli ambienti abitati, vista la mancanza di finestre e la necessità di crearle salvaguardando l'architettura. «La storia sembrava ripetersi», commenta l'imprenditore trevigiano, «perché io ho fatto dell'innovazione il punto di partenza della mia impresa e ancora oggi l'azienda che presiedo produce brevetti internazionali, innovativi, per il benessere delle persone. La soluzione proposta dall'architetto vincitore Rosario Picciotto introduceva un diaframma domotico, che si apriva sparendo tra i listelli in legno della facciata e lasciava passare aria e luce, restituendo invariata l'architettura quando il palazzo non fosse stato abitato. Un'idea apparentemente semplice, alla quale la tecnologia avrebbe saputo dare gli strumenti per realizzarla».E ribadisce: «"Un'idea vale più di una fabbrica", è la frase che rappresenta tutta la mia vita di imprenditore e coincide anche con l'esperienza del recupero di Palazzo Telve oggi Luce delle Dolomiti».Mario Moretti Polegato ci tiene anche a sottolineare come questa operazione dimostri la buona collaborazione fra pubblico e privato perché è stata necessaria l'approvazione da parte di tutti gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, il Comune di Cortina d'Ampezzo e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Così oggi il palazzo è tornato alla bellezza che lo caratterizzava per l'inaugurazione dei Giochi olimpici invernali del 1956 e che lo caratterizzerà ancora per i Giochi olimpici invernali del 2026. --© RIPRODUZIONE RISERVATA