Ghiaccio e nessuna barriera il Comune pagherà i danni

Gigi Sosso / FELTRENon c'era sale per il ghiaccio. E non c'erano neanche barriere protettive in via Sant'Anna, all'altezza del torrente Ligont. Il Comune di Feltre dovrà pagare alcune decine di migliaia di euro di risarcimento danni a E.C., la donna che il 7 gennaio 2011 era uscita di strada con la sua Toyota Yaris, finendo nel corso d'acqua e riportando lesioni guaribili in una ventina di giorni.Tre anni fa la causa civile era stata rigettata dal giudice civile del Tribunale di Belluno, Angela Feletto. Ma la quarta sezione civile della Corte d'Appello di Venezia ha ribaltato la sentenza, ritenendo responsabile il Comune, che dovrà pagare anche 10 mila euro di spese di lite, oltre agli avvocati di fiducia Antonella Calabro e Paolo Perera. La motivazione, che ha dato ragione ai legali di Giesse Risarcimento danni, sta nel fatto che il Comune non si era preoccupato di spargere il sale su quel tratto di strada e non l'aveva messo in sicurezza, dotandolo di guard rail. Solo un anno dopo erano stati sistemati due parapetti, anche perché la stessa mattina aveva perso la vita Walter Biesuz, un 44enne di Soranzen, che era a sua volta finito nel Ligont su una Golf.Nel processo penale per l'ipotesi di reato di omicidio colposo, due dipendenti comunali erano stati assolti dallo stesso giudice Feletto, perché il fatto non sussisteva: Bruno Fontana all'epoca dell'incidente era dirigente dei Lavori pubblici da pochi giorni, mentre Giuseppe D'Incau ricopriva il ruolo di responsabile delle Manutenzioni: «La nostra assistita, oltre all'enorme spavento, se l'è cavata con delle lesioni lievi», sottolinea Claudio Dal Borgo della Giesse, «nell'incidente però, la macchina è andata completamente distrutta e sia i danni materiali che quelli fisici andavano risarciti. Da dire che è stata lei ad accorgersi della presenza dell'altra auto con dentro Biesuz».La magistratura ha dato la colpa al Comune, tanto per cominciare, sulla base di un rapporto di custodia. Esaminando i rilievi della Polizia locale e risentendo le testimonianze, è stato possibile accertare che quel tratto di via era ghiacciato, soprattutto ai margini. Uno dei soccorritori ha dichiarato che il ghiaccio scricchiolava. Eppure gli addetti non avevano provveduto alla salatura. «Valutazioni soggettive», sottolinea la Corte, «nonostante le basse temperature costanti e tipiche del periodo e la presenza di lieve pioggia che favoriva la formazione di ghiaccio al suolo».La zona è di per sé pericolosa, anche per l'intersezione con una strada privata. Il Comune di Feltre ha sostenuto l'inesistenza di un obbligo di collocare delle barriere protettive: «Tale affermazione contrasta con la circostanza che la strada era comunque aperta al pubblico transito e che la situazione di pericolo da precipitazione era evidente al gestore della strada comunale», prosegue la sentenza, «è dunque provata anche in questo caso la responsabilità comunale».A carico dell'automobilista è stato attribuito soltanto un minimo concorso di colpa per non aver adottato una maggiore attenzione, mentre percorreva un tratto, che era noto per la sua pericolosità. --© RIPRODUZIONE RISERVATA