«Sono i ricchi i nemici, non i migranti»
belluno «Viviamo in un contesto in cui sono riusciti a convincerci che i diritti sono privilegi e che riusciremo a sopravvivere sono innescando una guerra tra poveri». Alla manifestazione hanno partecipato anche alcuni comitati e associazioni, tra cui La Comune Bellunese, per cui ha preso la parola Chiara Sacchet, accompagnata da un altro rappresentante del sodalizio nelle vesti di San Martino, con tanto di cavallo (di legno), «visto che al giorno d'oggi ci sarebbe bisogno che qualcuno spezzasse il proprio mantello per dividerlo con chi è più povero». «Nel nostro paese il 10% delle famiglie più ricche detiene il 50% della ricchezza», ha detto Chiara. «Mentre a noi tolgono il futuro e precarizzano il presente, la ricca minoranza accumula sempre più denari e patrimoni. Questi sono i nostri nemici, non chi sta peggio di noi, non i migranti. Il vero problema è la equa distribuzione della ricchezza. Per questo vogliamo un salario minimo europeo di almeno 10 euro l'ora e un reddito base universale, così come la gratuità dell'istruzione». E per un'istruzione di qualità garantita a tutti e provvedimenti che garantiscano un futuro alle nuove generazioni sono scesi in piazza anche i ragazzi della Rete degli Studenti Medi di Belluno. «Oggi siamo studenti, ma un domani saremo lavoratori», ha evidenziato Serena Jessica Prota, coordinatrice provinciale, «per cui siamo stanchi di promesse e di un Governo che è solo simbolo di una vecchia e già conosciuta arroganza». «Noi giovani vogliamo poter ancora sognare», le ha fatto eco Filippo, 16 anni, «senza pensare che per realizzare qualcosa bisogna per forza andare all'estero». Ma a essere idealmente in sciopero erano ieri anche i pensionati. «Vogliamo essere qui con giovani e lavoratori», ha messo in risalto Alessandra De Bettin, segretario Uilpensionati, che ha anche puntato l'accento sulla necessità di ridurre il numero di Comuni e di unificare le due Usl della provincia. «È troppo chiedere anche per noi al Governo gli 80 euro, che le pensioni siano indicizzate al costo della vita, fondi per la non autosufficienza e una sanità seria? Basta a burocrazia e corruzione». In piazza numerosi i rappresentanti di aziende del territorio, tra cui la Luxottica. «Siamo consapevoli che molte realtà stanno peggio di noi», ha affermato Paolo Tramontin per le rsu, «ma siamo preoccupati per le conseguenze del Jobs Act. In Luxottica quest'anno siamo riusciti a ridurre la percentuale dei precari sotto il 15%. Fortunatamente da noi molti contratti fissi sono stati fatti, ma "pungolano" ancora quelli che durano solo tre mesi. Ma il welfare aziendale viene pagato caro in termini di stress psicologico. Non tutto è "rose e fiori"». (m.r.) GUARDA LA FOTOGALLERY DELLA MANIFESTAZIONE www.corrierealpi.it