Trovato morto l'escursionista disperso

BELLUNO. Solo il destino poteva farsi beffe di un esperto alpinista come Franco Mezzavilla, 45 anni, la guardia provinciale trovata morta lunedi mattina in Val Gallina. È l'unica spiegazione che amici e colleghi riescono a darsi di una tragedia assurda ed inaspettata. Mezzavilla conosceva come le sue tasche la zona dove ha trovato la morte. In quella zona ci lavorava e anche nel tempo libero, come domenica, ci tornava per farsi un giro. Lui, un 'sesto gradista" che, in innumerevoli escursioni, aveva superato mille difficoltà, è morto scivolando in un canalino. Ripido si, ma non a strapiombo.
«Potrebbe essere stato un sasso precipitato da una parete sovrastante - azzarda un collega - a tramortirlo e a farlo finire in quel canalino».
Mezzavilla era partito domenica mattina da casa con l'obiettivo di salire sullo Spiz di Gallina. Con l'auto si era portato fino alla diga da dove ha iniziato l'escursione a piedi. Alle 11.30 era già sulla vetta: è a quell'ora che ha chiamato la moglie Franca per avvertirla di essere arrivato e che avrebbe iniziato la discesa da li a poco. Ma alle 14, quando era previsto il suo arrivo a casa, Mezzavilla non era ancora tornato. La moglie, pure lei esperta di montagna, non si è inizialmente preoccupata anche perché ci sono mille ragioni perché un alpinista esperto possa ritardare il rientro. L'avvistamento di qualche animale (di cui era appassionato) oppure quattro chiacchiere con un conoscente trovato lungo il percorso. Quando, però, si è fatto buio, la moglie ha iniziato a chiamarlo ripetutamente al cellulare. Tutti quegli squilli a vuoto non erano un buon presagio, ma la speranza che si trattasse soltanto di un inconveniente era ancora forte. Verso sera, dopo che un collega, Daniele Comiotto, allertato dalla moglie, ha trovato la macchina di Mezzavilla ancora chiusa alla diga, è scattato l'allarme. Alle 20.30 sul posto c'erano già le squadre del soccorso alpino di Soverzene e Longarone ed i colleghi della guardia provinciale. Nella notte, al buio, correndo anche qualche rischio, con le torce elettriche i soccorritori hanno setacciato la zona, nel limite delle loro possibilità, minata anche dalla mancanza di luce. Un soccorritore è addirittura risalito fino allo Spiz Gallina. Ma all'una di notte le ricerche, senza esito, sono state sospese con l'accordo di riprenderle all'alba di lunedi, anche con l'ausilio di un elicottero dell'aeronautica militare.
La tragedia è stata scoperta alle 10. Proprio uno dei colleghi che avevano partecipato alle ricerche, assieme al soccorso alpino, carabinieri e vigili del fuoco, ha intravisto in un canalino, sotto un bosco, lo zaino di Mezzavilla. Una decina di metri sopra c'era il corpo dello sfortunato alpinista. La magistratura ha subito concesso il nulla osta per la rimozione della salma che è stata trasportata in elicottero nella cella mortuaria dell'ospedale di Belluno.
La salma presentava una profonda ferita alla testa. Un segno che fa presumere che la morte è quasi sicuramente avvenuta sul colpo. Forse per un sasso caduto da una parete rocciosa sopra il sentiero oppure per aver sbattuto il capo contro un sasso nel canalino.
La morte di Mezzavilla ha provocato profondo cordoglio tra colleghi e in Provincia dove era stato assunto come nei primi anni Novanta. Chi lo conosce lo ha apprezzato per le sue doti umane e per la passione per la montagna e gli animali. Lascia la moglie Franca. I funerali sono stati programmati per domani pomeriggio, alle 15, al Duomo di Belluno.